NBA a cavallo della linea playoffs
Dopo la serata dedicata al Super Bowl, la NBA torna a prendersi la ribalta e sia ad Est che ad Ovest si infiamma la corsa ai playoffs, fra sorprese e delusioni. Vittoria chiave stanotte per Charlotte contro Chicago, mentre la sfida sul Pacifico è fra Utah e Portland. I Knicks cambiano coach. Nel prossimo weekend ci sarà l’All Star Game.
Arrivare ottavi significa consegnarsi in post season ad una sicura stesa contro Golden State e Cleveland, a seconda del lato di America dal quale si guarda. Per molte compagini composte da giovani, in ricostruzione o in fase di rilancio, l’accesso ai playoffs può tuttavia rappresentare il primo passo, altre cercano di limitare i danni, in attesa di tempi migliori. Il panorama delle due Conference, a pochi giorni dalla pausa All Star Game è assai diversificato. Valori chiari espressi ad Ovest, con le corazzate Golden State e San Antonio, terzi incomodi di livello quali Oklahoma ed i Clippers. Ad Est, Cleveland arriverà prima e Toronto si conferma specialista della stagione regolare ma alle loro spalle c’è grande equilibrio, anche se Boston – vera rivelazione dell’anno – sta consolidando il suo terzo posto. Non ci saranno italiani in post season, Sacramento e Denver sono piuttosto staccate, disastrosa l’annata di Brooklyn. Ciò è positivo in prospettiva pre-olimpico di Torino, anche se Messina, impegnato con San Antonio, potrebbe arrivare sino in fondo.
In rapporto alle potenzialità ed alla storia recente, una delle maggiori delusioni è Chicago. Stanotte i Bulls sono stati battuti 108 a 91 da Charlotte, che li ha così avvicinati ad una lunghezza e mezzo. E’ stata una partita senza storia, dominata dai 30 punti di Kemba Walker. Chicago messa a terra dalle assenze, fuori Rose per stanchezza, Butler per il problema al ginocchio. Mirotic per i postumi dell’operazione di appendicite.
Fra Bulls settimi e Hornets noni si collocano i Pistons, sconfitti ieri in Michigan dai lanciatissimi Raptors, 14 vittorie nelle loro ultime 15 partite. Andre Drummond, re dei rimbalzi NBA, aveva condotto i suoi fino al -5 verso fine terzo quarto, ma Lowry ha comandato l’ultimo strappo.
Gran duello fra Paul George e Kobe Bryant. Il vecchio Mamba, acclamato dal pubblico di Indianapolis, aveva portato avanti i suoi con tre triple nella fase calda, ma sei punti di George hanno regalato l’89-87 che consente ai Pacers di scavalcare in graduatoria Chicago. Orlando ed Atlanta si sono affrontate per la seconda volta i due giorni, a campi invertiti ed in entrambe le circostanze hanno prevalso i Magic, che dopo il gennaio nero provano a scrutare di nuovo la zona playoffs. Decisivo in entrambe le circostanze Vucevic, canestro della vittoria in Florida, grande prestazione nel supplementare in Georgia. Facile il successo di Cleveland contro Sacramento in caduta libera, grave la sconfitta di Denver – malgrado il sempre ottimo Gallinari – contro Brooklyn.
Utah ha vinto sei partite consecutive e si è riportata all’ottavo posto, tentano di tenere il loro passo i Blazers, che stanotte hanno sconfitto Memphis 112 a 106, sfida fra due squadre in gran forma. L’imprecisione di Tony Allen dalla lunetta ed un tap in di Crabbe dall’altra parte hanno trascinato all’overtime una gara punto a punto, decisa alla fine dalla difesa di Portland e dai canestri di McCollum.
Oklahoma domina Phoenix con 61 punti di Durant-Westbrook, mentre Filadelfia costringe al supplementare i Clippers, limitati da numerose assenze.
Phil Jackson ha esonerato il suo antico sodale. Cinque anelli vinti assieme coi Lakers, ma nove sconfitte nelle ultime dieci partite hanno allontanato Derek Fisher dalla panchina dei Knicks. Fino ad una mese fa la Big Apple sognava i playoffs, ora si ripartirà dall’assistente Kurt Rambis in attesa di una nuova rivoluzione estiva.
Tempo di celebrazioni per i Warriors, ricevuti alla Casa Bianca da Obama. Steph Curry ha pure assistito dal vivo al Super Bowl. I suoi Panthers hanno perduto, la sua corsa personale ad un back to back che lo consacrerebbe tra i grandi riparte da oggi, Oracle Arena, contro Houston.