Prende domani il via l’edizione 17 del Sei Nazioni di rugby, assunta tale denominazione da quando le britanniche e la Francia, accertati i progressi del nostro movimento, accettarono l’Italia nel loro circolo esclusivo. Da allora non molti sono stati i nostri passi avanti ed ora ci presentiamo all’avvio di questo torneo con molti più dubbi che certezze. Una squadra sperimentale, Jacques Brunel alla sua ultima manifestazione sulla panchina, già annunciata la sua volontà di non rinnovare il contratto in scadenza a giugno. Ci sarà però il capitano Sergio Parisse, dopo il mondiale giocato a metà a causa di un’operazione al polpaccio. Orgoglio del nostro rugby, ha appena vinto il titolo di Mvp del campionato francese.

Proprio contro i transalpini in casa loro esordiremo domani alle 15 e 25, per quella che si preannuncia un’esecuzione. Loro sono chiamati a dimenticare una rassegna iridata estremamente negativa ed ancor di più dovrà riscattarsi l’Inghilterra, che arriverà all’Olimpico nel pomeriggio del 14 febbraio. Altre due settimane e ci sarà l’unica speranza di ottenere punti, in casa con la Scozia che però al mondiale contro l’Australia ha dimostrato di essere vicina a lasciarsi alle spalle gli anni di oblio. Difficilmente arriveranno sorprese dalle ultime due trasferte, in Irlanda ed in Galles, che si affronteranno il 7 febbraio a Dublino nel match clou della giornata di esordio. A noi il tentativo di salvare l’onore, capire quali giovani siano futuribili ed allontanare imbarazzanti prospettive come spareggi con Georgia e Romania per restare al tavolo dei grandi del Sei Nazioni.

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