Operazione Fuorigioco: un’inchiesta marginale?

Con Operazione Fuorigioco si apre un altro capitolo non proprio limpidissimo del calcio italiano. Dal calcioscommesse agli scandali degli arbitri, non passa stagione senza che qualcosa mini la limpidezza dello sport più amato dagli italiani. Questa volta però, forse fortunatamente, se andiamo a ragionare solo sul calcio giocato, l’inchiesta verte più su questioni economiche che di campo.

Ma cos’è Operazione Fuorigioco? Il meccanismo fraudolento emerso dalle indagini, mette al centro di tutto le operazioni di compravendita dei calciatori. In queste operazioni, i procuratori dei giocatori fatturavano in maniera fittizia, alle sole società calcistiche le proprie prestazioni. Il dolo dove sta? Sta nel fatto che l’opera di intermediazione risultasse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. Le società quindi, approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando della detrazione dell’IVA relativa alla pseudo-prestazione ricevuta in esclusiva. Infatti se il procuratore avesse fatturato al calciatore la propria prestazione, lo stesso non avrebbe potuto portare in detrazione la prestazione, vedendosi quindi decurtato il proprio ingaggio. Solo questioni economiche quindi, dove tutte le parti interessate però acquisivano un vantaggio fuori dalla legge.

Nell’inchiesta coordinata dalla procura di Napoli e condotta dalla Guardia di finanza, figurano 64 indagati, ai quali è stato solamente notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari. I nomi sono tanti e sono importanti: dai calciatori, ai massimi dirigenti delle società di Serie A, passando anche per molti procuratori calcistici, figura centrale nell’inchiesta. Ovviamente appena uscito fuori lo scandalo sono piovute dichiarazioni di estraneità da parte di quasi tutte le figure coinvolte. Addirittura alcuni esponenti di società calcistiche hanno definito tutta l’inchiesta “fuffa” e “marginale”. Ora non sappiamo se sarà tutto una grossa bolla di sapone, sicuramente qualcosa di oscuro fiscalmente parlando c’è stato. L’unica accusa, semmai confermata, che andrebbe a toccare le “questioni di campo” sarebbe il reato d’illecito amministrativo: se la tesi dovesse far breccia tra i giudici, allora sarebbe reale una penalizzazione in classifica per le società coinvolte. Se poi, come spesso si dice, sia stato fatto rispettando la legge e approfittando di alcune lacune legislative, questo sarà la Procura a deciderlo.

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