Sanremo tra assenteisti e assenti
C’è chi timbra il cartellino per poi andare ad aiutare la moglie nell’attività di famiglia, chi decide di andare a fare la spesa al mercato durante l’orario di lavoro, chi, troppo stanco per vestirsi, la mattina decide di uscire direttamente in mutande per andare a timbrare e poi tornare prontamente a rimettersi sotto le coperte, chi preferisce impiegare le ore di lavoro facendo del sano jogging per poi ritimbrare una volta finito il turno e chi addirittura preferisce gli sport acquatici e non rinuncia al suo quotidiano giro in canoa. Sembra la trama del prossimo film di Checco Zalone, e invece è “un sistema scellerato”, come l’ha definito il maresciallo inquirente, sì, scellerato, ma fin’ora totalmente ignorato nonostante sia stato dichiarato impossibile che le autorità superiori non fossero a conoscenza di tale regime. Questo il ciclone che negli ultimi giorni ha investito Sanremo, il sindaco Alberto Biancheri conferma infatti all’Ansa: “Abbiamo firmato i primi quattro provvedimenti di licenziamento. Altri licenziamenti ci saranno nei prossimi giorni”, il polverone sollevato dal l’inchiesta Stakanov sull’assenteismo, che ha visto coinvolte circa 200 persone, sembra tutt’altro che concluso, e come annuncia il sindaco, i licenziamenti sono solo cominciati.
Su questo sfondo tragicomico, che ci fa riflettere su quanto l’italia si confonda ormai con i film che la prendono in giro, appare un’altra notizia: il rifiuto di Checco Zalone alla tanto ambita presenza sul palco di Sanremo. Il comico si è espresso così in merito:“E’ un’ospitata strapagata ma sono soldi pubblici. E se li prendi scoppiano le polemiche. Ti massacrano”. Nobile cura nei confronti dei soldi italiani da parte di chi grazie ai difetti dello stivale ha incassato 60 milioni di euro, o accurata strategia di marketing? Le menti più maligne, o forse le più disincantate, optano per la seconda. Lo stesso Checco non lascia troppo all’immaginazione, spiegando che la decisione di apparire in tv il meno possibile è più che ponderata, facendo sì che, in parole povere, il pubblico non si stufi della sua immagine e continui a correre al cinema ad ogni sua nuova uscita. Mossa vincente per il comico pugliese, un po’ meno per il Festival che, di tutti quegli ascolti, riusciva già ad assaporare il gusto.