Pino Daniele, anima e core per la musica
Per la musica musica quanto ho pianto non lo so, ma la musica è tutto quel che ho: una vita per la musica è stata quella di Pino Daniele, scomparso esattamente un anno fa, il 4 gennaio 2015. Sono state molte le iniziative per omaggiare questo grande artista, dalle canzoni fatte ascoltare in metro ai flashmob nella sua Napoli, dai giornali alle trasmissioni televisive. Anche la Rai gli ha dedicato una puntata del programma Unici – dal titolo Tu dimmi quando, riprendendo una delle più belle canzoni di Daniele – andata in onda proprio il giorno dell’anniversario della sua morte in seconda serata su Rai 2, dove si ripercorre la sua carriera attraverso la voce narrante di Lina Sastri, i racconti di diversi artisti e i filmati, in modo però piuttosto caotico.
Poeta, musicista e cantante, ha saputo esprimere a pieno l’identità napoletana non solo utilizzando il dialetto nelle sue canzoni, ma mantenendo quell’impronta “partenopea” nel genere blues. In questo senso un grande merito va a Napoli Centrale, la band in cui Pino entrò nel 1976 come bassista e che fu l’occasione in cui conobbe il sassofonista e leader James Senese: come racconta nello speciale, dopo alcune date del tour decise di fargli fare da “spalla”, permettendogli di aprire i concerti con i suoi brani, accompagnato appunto dal sax di Senese. Il 1977 è l’anno di ‘Na tazzulella ‘e cafè, che Arbore scopre e, vedendoci dentro un qualcosa di nuovo soprattutto per il significato rivoluzionario, dato che il caffè rappresentava “tutt ‘e mbruoglie”, come lo stesso Pino affermò, lo lancia nella trasmissione radiofonica Alto gradimento, di cui era conduttore insieme a Boncompagni. Questi erano gli anni in cui l’Italia era pervasa da una nuova energia, volta alla ricerca della felicità e quindi gli anni del trio comico La Smorfia, formato da Lello Arena, Massimo Troisi ed Enzo Decaro: è proprio quest’ultimo a ricordare quanto Pino Daniele fosse il loro corrispettivo musicale. E quindi il rapporto sincero e complice con Troisi, testimoniato da una serie di filmati inediti, come quello della composizione di Quando per il film Pensavo fosse amore…invece era un calesse.
Il 1981 è l’anno che consacra il successo dell’artista: il 19 settembre lo storico concerto in Piazza del Plebiscito a Napoli, tappa finale del tour Vai mo’, riunisce circa duecentomila persone; ne rimane un’unica testimonianza nel film Blues metropolitano. A questo tour sono legati i nomi di Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Rino Zurzolo, James Senese e Joe Amoruso con i quali poi si riunirà nel 2008, replicando il concerto. Gli anni ’90 sono gli anni delle collaborazioni con altri artisti, da Irene Grandi, a Pavarotti, Giorgia, Ramazzotti ed Eric Clapton. Il 31 dicembre 2014 l’ultima esibizione a Courmayeur nel programma Rai L’anno che verrà, poi la morte il 4 gennaio 2015, i doppi funerali a Roma e a Napoli, come Totò. Ma le sue parole e la sua musica risuoneranno ancora e ancora, continuando a trasmettere emozioni, perché, come ebbe ad affermare lo stesso Pino Daniele, “qualsiasi prezzo si deve pagare per dare un’emozione a queste persone, ‘n val semp ‘a pena”: è questa l’eternità.
Twitter: @ludovicapal