Un anno di Roma: il racconto del 2015 giallorosso
Si chiude un 2015 avaro di emozioni per i tifosi giallorossi e forse troppo ricco di occasioni perdute e delusioni cocenti. Sarebbe dovuto essere l’anno della consacrazione per la Roma americana, l’anno giusto per provare ad alzare qualche trofeo. In realtà è stato l’ennesimo anno di transizione: dalla consapevolezza di non essere ancora al livello della Juve fino ad arrivare alle difficoltà nell’issarsi a leader nel campionato corrente.
L’inizio del 2015 certifica ancora una volta come la Juventus di Allegri sia di un’altra categoria. Gennaio e febbraio certificano una sindrome da pareggio che aveva bloccato la rincorsa giallorossa anche l’anno precedente: la Juve scappa in campionato e la Roma inizia a guardarsi più dietro che avanti. Nel frattempo Walter Sabatini sbaglia completamente il mercato di riparazione: acquistando Doumbia, Spolli e Ibarbo che risulteranno tre degli acquisti più esosi e sbagliati dell’avventura romanista del DS. In Coppa Italia la musica non cambia: sconfitta interna per 2-0 contro la Fiorentina di Montella e primi sintomi di contestazione ai danni della società e dei giocatori. L’unica soddisfazioni dei primi due mesi dell’anno viene dal derby di andata in cui Totti, con una doppietta, salva la baracca e inaugura “l’esultanza con selfie” che diventerà l’immagine del 2015.
Si arriva a marzo che risulterà il mese peggiore della stagione 2014-2015. Fuori dall’Europa League nuovamente per colpa della Fiorentina e pesante contestazione della Curva Sud ai danni dei giocatori e della squadra. Gli acquisti di gennaio non producono quello che ci si sarebbe aspettato e la Roma inizia a crollare. Il 12 aprile arriva il sorpasso in campionato dei cugini e la Roma e per la prima volta in due anni si trova al terzo posto. Le contestazioni si fanno più pesanti e anche da parte della società inizia a vacillare la fiducia cieca nei confronti di Rudi Garcia.
La rincorsa della Roma al secondo posto e la difesa del posto in Champions League continua e si arriva così a maggio. Si gioca la penultima giornata di campionato e la Roma sfida la Lazio in un derby thrilling che deciderà chi arriverà secondo dietro alla Juventus Campione d’Italia. Vince la Roma 2-1, con un gol nel finale di Yanga Mbiwa, guadagnando matematicamente il secondo posto e relegando la Lazio ad uno scontro finale con il Napoli per l’ultimo posto Champions disponibile. Per come è arrivata la vittoria sulla Lazio e per quello che metteva in gioco anche questo momento passerà alla storia come un momento fondamentale del 2015. I presupposti erano diversi e tutto l’ambiente, compresa la società, si sarebbe aspettato un altro tipo di festeggiamento a fine maggio.
L’inizio dell’estate porta con se i primi veri segnali di strappo tra la presidenza e Garcia. Il 4 giugno i vertici della Roma tengono un summit a Londra e come verrà poi definito dalla società stessa, l’incontro è “di natura totalmente dirigenziale, al tavolo quindi non è necessaria la presenza dell’allenatore”. Pallotta depotenzia il francese anche in campo, imponendo un suo preparatore atletico e cacciando il fido Rongoni. Giugno, luglio e agosto sono anche i mesi del mercato. Una campagna acquisti che regala finalmente il giocatore di “nome” come Dzeko, insieme a Digne, Szczesny e Salah, ma nuovamente lascia scoperte alcune caselle. Infatti la mancanza di ricambi in certe zone di campo si riveleranno fondamentali nei mesi successivi.
La terza Roma di Garcia parte subito bene, battendo alla seconda giornata la Juventus, ma in campionato si rivedono nuovamente gli annosi problemi di gioco. La Roma non riesce ad imporsi come vera alternativa alla Juventus (profondamente in crisi ad inizio campionato) e insieme al Napoli, alla Fiorentina e all’Inter di Mancini si alterna in vetta alla classifica da settembre a dicembre. Anche in Champions parte bene, pareggiando all’Olimpico contro il Barcellona, grazie al gol di Alessandro Florenzi con un tiro folle da oltre 50 metri. Ma la pesante sconfitta in casa del BATE, insieme al suicidio di Leverkusen, mina non poco il cammino verso gli ottavi di finale di Champions League.
Così si arriva alla fine del 2015. L’ umiliante 6-1 in casa del Barcellona e la sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia fanno veramente vacillare la posizione di Garcia che per tutto il mese di dicembre convive giornalmente con la scure dell’esonero. L’anno si chiude la vittoria casalinga contro il Genoa e l’abbraccio di Florenzi con l’allenatore Garcia dopo il gol segnato chiude il 2015 romanista. Garcia salva la sua panchina e la società si convince a concludere l’anno con il francese al comando.
Il 2016 non sappiamo cosa regalerà alla Roma, probabilmente un nuovo allenatore. L’era Garcia comunque vadano le cose a fine stagione si concluderà e le voci su Antonio Conte come nuovo allenatore della Roma sicuramente non smetteranno fino al prossimo giugno.