Canili di Roma, la CGIL avverte: a rischio 100 lavoratori e 600 cani
Non c’è pace per i cani e i dipendenti dei canili romani. Nel mese di settembre, vi avevamo parlato della vittoria del bando-ponte da parte di Mapia Srl, una ditta privata che gestisce, oltre ai canili, spazi di ricovero per animali destinati al laboratori universitari. Ora, tra le abbuffate di Natale e il cenone di Capodanno, il Comune ha annunciato che dal 1 gennaio, con la chiusura dei canili della Muratella e degli ex Poverelli, cento persone perderanno il lavoro e oltre 600 cani dovranno essere trasferiti in strutture private. Noi di Lineadiretta24.it ne abbiamo parlato con Giovanni Alfonsi della Fp CGIL COL, che ci ha spiegato cosa succederà il 31 dicembre.
«La situazione è questa: fino al 31 di dicembre è stato fatto un affidamento alla Avcpp, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, per la gestione di due dei canili rifugio di Roma Capitale, il canile della Muratella, che è il canile principale, non solo quello più grande ma quello che ha al suo interno l’ospedale veterinario, e il Canile dell’Ex Poverelli. Ieri, in una riunione cui era presente anche la vice capo di Gabinetto di Roma Capitale Dott.ssa Materasso, il sub commissario generale Camillo De Milato ci ha comunicato che il Dipartimento Ambiente ha dato indicazione di svuotare i due canili, trasferire gli oltre 600 cani ospitati presso dei canili privati convenzionati con Roma Capitale e chiudere le strutture». Questo al fine di permettere lavori di messa a norma del canile in vista di un bando di gara europeo che dovrebbe essere emanato tra 7/8 mesi. Mesi che, spiega Alfonsi, potrebbero diventare anni: «L’emanazione del bando coinciderebbe con le prossime elezioni, ed è quindi è plausibile che, tra l’insediamento della nuova giunta e la nomina del nuovo assessore, passerà qualche anno prima che eventualmente il canile della Muratella possa essere riaperto e possa essere di nuovo attivo. In questo tempo, dall’emanazione del bando all’aggiudicazione fino all’arrivo del nuovo gestore, il canile rimarrebbe chiuso, i 600 cani sarebbero trasportati presso strutture private con una retta giornaliera a carico di Roma Capitale e i 100 lavoratori che fino a oggi hanno garantito la continuità del servizio ovviamente perderanno tutti il lavoro».
L’indicazione dei tecnici del Dipartimento Ambiente si deve al fatto che, in tutti questi anni, il Comune non ha mai emesso un bando di gara pubblica, nonostante la CGIL lo chiedesse insistentemente da almeno 14 anni: «La nostra organizzazione, la funzione pubblica CGIL, lo ha richiesto a tutte le amministrazioni dal 2001 in poi, da quando si sono accese le prime convenzioni, perché abbiamo sempre ritenuto che l’unica soluzione, per i lavoratori e per il servizio pubblico, fosse quella del bando di gara europeo contenente garanzie di servizio per i cittadini e continuità lavorativa per i dipendenti. Ora, a fare le spese di questa inspiegabile inerzia amministrativa, saranno i cani e i lavoratori dei canili».
Se i più colpiti dalla chiusura dei canili saranno gli ospiti e i dipendenti dei canili, l’esecuzione delle indicazioni del Dipartimento Ambientale avrà conseguenze negative su tutta la popolazione del Comune di Roma, con l’interruzione di un servizio pubblico essenziale, in particolare nel caso della Muratella, che è l’unico canile pubblico che offre un servizio veterinario. «Lì – continua Alfonsi – vengono offerti dei servizi esclusivi, come l’ospedale veterinario, che vuol dire la cura, la profilassi di cani e gatti traumatizzati o malati, sia quelli che vivono senza padrone sia quelli i cui padroni non possono permettersi le loro cure. È l’unico canile in cui cani entrano, vengono curati e dati in adozione, nell’ordine di 1300/1400 cani all’anno. E parliamo anche di cani particolari, pensiamo a quelli che vengono allevati per i combattimenti. Cani che sarebbero condannati a un eterno ergastolo se non ci fosse un personale specializzato che li recupera a una vita il più possibile sociale. Tutto questo si interromperà in maniera ingiustificata. Ed è paradossale che si chiuda il canile pubblico previsto per legge e obbligatorio e si tengano aperti e si foraggino i canili privati convenzionati». Un servizio unico e fondamentale, quello della Muratella e dei suoi operatori, un servizio che pochi conoscono: per questo, la FP CGIL COL ha girato e diffuso un video in cui proprio i dipendenti mostrano la propria passione e il proprio lavoro. Un lavoro che, tra tre giorni, improvvisamente non avranno più.
La notizia della chiusura dei canili è arrivata nelle ultime ore, in una riunione chiesta dalle organizzazioni sindacali e iniziata alle 15 del 28 dicembre. A tre giorni dal nuovo anno, i cento dipendenti dei canili hanno scoperto che dal 1 gennaio saranno a casa: «abbiamo appreso ieri che non vi era nessuna iniziativa dell’amministrazione per tutelare i lavoratori, che il 28 pomeriggio hanno scoperto che la loro prospettiva per l’inizio del nuovo anno è una prospettiva senza lavoro. Ma questi lavoratori sono anche, e soprattutto, lavoratori con una estrema motivazione, che supera anche quella salariale. Non lo fanno soltanto per lo stipendio, che a dire la verità è anche magro – stiamo parlando di 1000 euro al mese per 38 ore settimanali – ma lo fanno per una grande motivazione e proprio da questo deriva la nostra motivazione di non consentire la soppressione di una struttura così importante».
Nonostante il poco tempo a disposizione, infatti, le organizzazioni sindacali non vogliono arrendersi e, soprattutto, non hanno intenzione di interrompere il servizio: «Noi abbiamo già convocato una riunione alle 13 una prima assemblea per comunicare quello che sta avvenendo e quello che si va profilando. Ieri al termine della riunione la funzione pubblica Cgil ha chiesto al prefetto di Roma Gabrielli, che ne ha competenza, di convocare ad un tavolo il datore di lavoro, quindi la Avcpp, e il comune di Roma per trovare delle soluzioni che riportino sì la legalità, che è un’esigenza ovviamente condivisa, ma che garantiscano il proseguimento del servizio e il lavoro a queste 100 persone. Dal punto di vista della nostra organizzazione, poiché questo è un servizio pubblico così importante per Roma, pensiamo di tenerlo aperto finché non ci saranno tutte le garanzie per i cittadini, per i cani e per i lavoratori».
Alfonsi ci tiene a fare dei distinguo nella gestione della crisi da parte di Roma Capitale: «Noi distinguiamo tra l’attività del Dipartimento e la disponibilità del Sub Commissario De Milato e della dott.ssa Materazzo ad approfondire la questione al di là delle indicazioni dei tecnici del dipartimento e a partecipare a questa riunione con il prefetto Gabrielli». In ogni caso, «Siamo di fronte a una situazione di grandissima difficoltà perché tutto avviene, sostanzialmente, tra 48 ore. Abbiamo grande necessità che il prefetto di Roma si attivi in modo tempestivo».