Ghiaccio Bollente e il mistero dell’enigmatico addio

Ghiaccio Bollente, magazine di carattere culturale in onda su Rai 5 e condotto da Carlo Massarini, accompagnava le notti insonni di tutti coloro i quali, non riuscendo ad abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, cercavano convulsamente una trasmissione di qualità. Spesso lo zapping compulsivo trovava pace soltanto quando si approdava sui lidi di Rai 5 e dintorni. Ghiaccio Bollente, nello specifico, era uno dei pochi programmi di spessore capace di intrattenere magicamente gli spettatori e, come un fascinoso incantatore di serpenti, rendeva impossibile il distacco degli occhi dallo schermo. Generava assuefazione, dipendenza viscerale da quel tripudio di passione, di arte, di poesia, di musica. Ogni molecola restava ammaliata dalle note del blues, del jazz, del rock ‘n’ roll.

Ghiaccio BollenteAndava in onda quel tanto che bastava non a cambiare la vita ma, di sicuro, a renderla migliore, almeno un po’. Si discuteva di musica ad alti livelli, si parlava del rock, della riscoperta dei classici, delle vicende biografiche di quei personaggi che hanno dedicato la propria vita al mondo delle note musicali, che hanno combattuto nel loro nome e che hanno lasciato un’impronta indelebile. Venivano realizzate delle grandiose interviste ad artisti della scena musicale nazionale ed internazionale, si interveniva in occasione di eventi, concerti, live set. Usiamo il passato perché tutto questo, dal 22 dicembre, potrebbe essere finito.

Oggigiorno, spesso, si sottovaluta l’importanza della musica, a cominciare dai banchi di scuola, dove viene considerata una materia secondaria, quasi inutile, uno sfizio infantile, ingiustamente condannata a languire in penombra. Insomma, sembrerebbe che qualcuno non voglia permettere alla specie umana di elevarsi dallo stato di natura per raggiungere uno stadio evolutivo superiore, magia che solo la musica, la poesia e l’arte in genere riescono a realizzare. Un esempio emblematico può essere rinvenuto nella puntata del 1° agosto di Ghiaccio Bollente, quando, parlando della rockstar Lou Reed e dei Velvet Underground, mandarono in onda un’intervista fatta ad Andy Warhol, il quale disse che non credeva più nella pittura e nella sua capacità di autorigenerarsi, bensì credeva fermamente nella sperimentazione rivoluzionaria ed attuale del sincretismo, della fusione tra arte, musica e video. Solo così si poteva realizzare un vero cambiamento culturale.

Oggi, forse, un po’ di questo è venuto meno, visto che Ghiaccio Bollente ha chiuso i battenti e probabilmente non li riaprirà più. La speranza, allora, viene proprio dal pubblico: è stata avviata una petizione su Change.org, per cercare di salvare dal rogo dell’ipocrisia e dell’ignoranza questo splendido magazine d’informazione musicale e culturale. Tuttora le cause della presunta eutanasia della cultura restano sconosciute, ma crediamo possano essere riconducibili a fattori di carattere economico. Da parte sua, la Rai fa sapere tramite social che il programma ritornerà in primavera con una promozione in prima serata. E noi, gente dai neuroni ancora intatti, ce lo auguriamo con tutto il cuore.

Twitter: @Vale_Perucca