Champions League: indegno passaggio per la Roma

Se dovesse non qualificarsi agli ottavi di Champions League, sentirebbe di aver fallito?
“Ma abbiamo già giocato? Io penso solo a vincere e domani vinceremo. Non posso puntare su un pareggio, non sarebbe l’atteggiamento giusto. Dobbiamo vincere per dimostrare la nostra grinta per essere nell’urna di Nyon. “Il presidente sarà con noi, siamo più forti con lui ma anche con i nostri tifosi. Ora mi aspetto che tutti spingano nella stessa direzione. Dobbiamo dimostrare di avere fame. Questa partita è come il derby, non si gioca, si vince. Dobbiamo fare la partita giusta, dimostrando di essere 11 lupi. Faremo in modo di raggiungere uno degli obiettivi della stagione, qualificarsi per gli ottavi”.

Era l’8 dicembre, in piena vigilia Champions, Garcia in conferenza stampa, pronunciava le tanto temute ultime parole famose. Eppure è una scena vista e rivista, solite dichiarazioni, solite illusioni, ma poi le stesse immancabili delusioni che ci racconta ogni rettangolo verde, che sia campionato, che sia Champions questa Roma dai buoni auspici nei microfoni non si vede in campo, neanche con il binocolo.
Dobbiamo e dimostrare” sono le parole preferite da Mr Garcia, peccato che ai tanti dicta seguano zero fatti. A volte potrebbe essere la sfortuna, altre il campo e le condizioni climatiche, oppure il quadro psicologico, poi quella fisico, ora sono i tifosi, così in meno di mezza stagione, le scuse per il club giallorosso sono già esaurite.

Gli undici lupi ancora non si è capito di cosa abbiano fame, sta di fatto, per dirla “alla Rino”che negli spogliatoi partono tutti incendiari e fieri ma poi quando arrivano in campo sono tutti pompieri.
Ma in fondo, cerchiamo di non essere così rigidi, dopotutto l’obiettivo è stato raggiunto, gli ottavi e qualche soldo in tasca in più ci sono scappati. Con 16 goals subiti, 3 pareggi, 2 sconfitte e una vittoria i nostri indegni 6 punti li abbiamo portati a casa, conquistando il passaggio del turno con un secondo posto “niente male” alla stregua del Leverkusen, che causa sola e soltanto scontri diretti, pareggiando con il Barca ci regala le chiavi per prendere la probabile ennesima porta in faccia. Eh, si perchè tra Bayern Monaco, Real Madrid, Chelsea, Manchester City, dove vogliamo andare?
Magari potrebbe capitarci lo Zenit anche lui, in passato reduce di un passaggio agli ottavi con il nostro stesso punteggio, e allora lì bisognerà vedere la botta di fortuna, questa volta a chi capiterà!
Ironia a parte, pensando anche ad un Napoli uscito con il doppio del nostro punteggio, bisognerebbe fare tesoro di questo fato a favore, rimboccarsi le maniche, mettersi gli scarpini a verso, dire qualche mea culpa, mitigare la voglia di spaccare a parole e incrementare quella a fatti, non sarebbe neanche male ridurre qualche immerritato stipendio per inique prestazioni, ma non siamo a Utopia, quindi ci accontenteremo di riuscire a vedere una Roma combattiva, con i piedi per terra e la testa in aria ma solo per fare goal.

E’ forse chiedere troppo? C’è chi dice che la Roma si ama e non si discute, ma forse pure loro stanno cambiando idea. Il tappeto di fischi che ieri i tifosi giallorossi hanno steso al termine della gara, è più che comprensibile, non è solo l’indegno passaggio, è l accumulo di tante aspettative vanificate, sono due reti prese in casa con l’Atalanta, è il vedere ad un certo punto il fermo immagine di consueti retropassaggi al portiere, è sentire sempre le medesime scuse, è pensare che la Roma c’è ma purtroppo non si vede.

E invece prontamente arrivano le dichiarazioni del number one giallorosso J. Pallotta, che difende a spada tratta il suo castello e rimprovera i tifosi di continui massacri verso i suoi. Domenica ci aspetta il Napoli, è una gara difficile ma l’imperativo è reagire, vincere, togliersi la maschera da agnello e vedere davvero questi undici lupi affamati e concreti, solo così ci abbandonerà il ricordo del branco di pecore, e potremo tornare a cantare,senza respiro, Grazie Roma.