Il Premio Nazionale in Pedagogia Familiare alla sua V edizione

Il Premio Nazionale in Pedagogia Familiare è giunto alla sua quinta edizione. Venerdì 11 dicembre la consegna presso il Jolly Hotel Midas di Roma.
Un premio prestigioso e ricco di significato, che ha visto nomi illustri e silenziosi eroi quotidiani uniti da un riconoscimento importante, soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui i valori messi in campo dai Governi e dalle Istituzioni sembrano essere ben lontani dall’affermazione dei Diritti Umani fondamentali e dalla cura della persona, della famiglia e dei minori. Ne parliamo con il Presidente dell’Associazione dei Pedagogisti Familiari e dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.

– Prof.ssa Palmieri, dove risiede oggi il valore del consegnare un riconoscimento?
“Oggi è qualcosa di fondamentale. C’è una carenza di riconoscimento, infatti, proprio a livello generale.
Siamo molto pronti a rimproverare e a rimarcare quello che non va, ma, a fronte di molti personaggi fortemente criticabili, ci sono invece altrettanti professionisti, amici, persone che fanno bene il proprio lavoro.
E’ importante, allora, premiare chi fa bene. Perché se premiamo chi fa bene, quella persona sarà felice di continuare a fare e a costruire”.

– Per assurdo, insomma, premiare è una attività in controtendenza, quasi rivoluzionaria.
In un certo senso è proprio così. O almeno lo è nel suo spirito originario e più profondo.
Oggi, invece, domina questo questo concetto sociale del “promoveatur ut amoveatur”, per cui si premiano politici per rimuoverli da dove risultano fastidiosi, oppure, in altre occasioni, si premiano persone importanti e nomi altisonanti per dare lustro al premio. Invece, la gravità di non premiare chi se lo merita è estrema.

– Chi sono i vostri premiati? E quali sono i criteri con i quali viene assegnato il Premio Nazionale in Pedagogia Familiare?
Le persone che premiamo sono le persone che rendono, oggi, questo mondo vivibile.
E’ per questo che vorremmo premiare centinaia di persone e ogni anno le targhe che consegnamo crescono nel numero. Nella prima edizione erano 5, questa volta siamo arrivati a 11.
Gli indicatori che ci aiutano ad individuare le figure da premiare sono parecchi: il coraggio, la quantità e la qualità del tempo dedicato, l’intensità, l’unicità, la generosità, la persistenza e la continuità, la ricaduta sociale, il fatto che la persona abbia realizzato qualcosa di molto importante che però non gli è stato riconosciuto e, ovviamente, l’attinenza con l’approccio, i temi, la Mission della Pedagogia Familiare e dell’Istituto Nazionale che a quegli stessi valori si ispira.

Tra i premiati delle precedenti edizioni ricordiamo, tra gli altri, l’On. Roberto Angelini, Sabrina Palma, Barbara Petrone, Maria Bisegna, Donatella Cerè, Margherita Fasano, Gioacchino Di Palma, Sarah Delaney, Teresa Valentini, Nonno Adelino Tranquilli, i ragazzi e gli educatori della Casa Famiglia Il Fanciullino, Monia Gambarotto, Eleonora Montanari, Gabriella Maffioletti, la Bambola Pezzolina e la sua “mamma” Marina Gamucci, Rossella Gussoni, Massimo Bardi, Massimo Rosselli Del Turco, Viviana Normando, Paola Gravela.

Una targa unica è stata consegnata a Salvatore Adduce, Sindaco di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, così come un premio speciale è stato tributato alla Rappresentanza Diplomatica in Italia del Governo dell’Ecuador; mentre sono stati insigniti di una speciale pergamena Stefania Petrera, Anna Maria Miniero, Amelia Izzo ed i Sindaci di tutti Comuni italiani che hanno aderito al Programma Nazionale “Mai più un Bambino”, in difesa dei Diritti dei Minori.

Per conoscere i nomi dei premiati della quinta edizione, non resta che attendere il Galà 2015 che si svolgerà venerdì prossimo, 11 dicembre, presso il Jolly Midas Hotel di Roma, alla presenza di tantissimi Testimonial dei Diritti Umani che – come ricordava la Presidente INPEF Vincenza Palmieri – “continuano, giorno dopo giorno, a rendere questo mondo vivibile”.

Valeria Biotti