Nole cinque volte Maestro
Novak Djokovic chiude con il Masters la sua stagione quasi perfetta dominando Nadal in semifinale e Federer in finale. Bolelli e Fognini sfortunati protagonisti in doppio. Il 2015 del tennis si congederà nel weekend con la finale di Coppa Davis Belgio-Gran Bretagna.
Cannibale. Djokovic è il padrone del tennis maschile e ad ogni torneo ci costringe ad aggiornare le statistiche. Ha disputato 13 dei 14 eventi principali e ne ha vinti 10, raggiungendo la finale negli altri tre. Gli manca il Roland Garros, ma se manterrà la stessa condizione, la stessa determinazione, il 2016 sarà l’anno del Grand Slam.
In classifica ha doppiato i suoi avversari. Chiude secondo Murray, regolare ma incapace dopo l’Australia di raggiungere una finale importante. Dall’operazione alla schiena di due anni or sono non è più tornato ai miglior livelli, nelle ultime settimane ha pure alimentato una pantomima da volpe ed uva riguardo al possibile ritiro dal Masters per preparare la Davis.
Negli incontri con Wawinka e Murray, Nadal aveva fatto sperare i suoi tifosi. La superficie lo aveva aiutato, malgrado lui voglia quel che Borg non ha mai avuto, un Masters su terra. La semifinale ha ridimensionato le sue aspettative, abbiamo rivisto Rafa giocare corto, sballottato da un avversario di un’altra categoria. Eppure resta lui la migliore alternativa a Nole per il prossimo Slam parigino. Fra Montecarlo e Roma capiremo se si tratta solo di speranze.
Wawrinka ha vinto due Slam in due anni mostrando picchi di gioco davvero elevati. Gli manca però la continuità, in semifinale con Federer si è spento dopo un set. Il più giovane al Masters era Nishikori, classe 1989. Ragazzi degli anni ’90 non pervenuti, li stiamo ancora aspettando. La mancanza di ricambio nei primi dieci e la conformità degli stili, dovuta anche al rallentamento delle superfici, sono i principali problemi del tennis attuale.
Il migliore degli altri nei grandi tornei è ancora Federer, anni 34. Ha giocato e perduto con Djokovic le finali di Wimbledon, US Open e Masters, ma solo in quella di NY ha avuto concrete possibilità. Lo vediamo da tre lustri e diamo per scontato che sia normale quel che sta facendo. Lo critichiamo, diciamo che il suo servizio non è stato efficace, che ha sbagliato troppo con il dritto. Ma chissà dove saranno i suoi contemporanei a 34 anni, sappiamo dove erano a quell’età i grandi del passato.
Contro Djokovic aveva vinto nel girone, ma al Masters non conta. E’ andato in difficoltà sin da subito col servizio, ha avuto palla del 2-0, giocandosi male l’opportunità. Sull’1 a 1 trenta pari ha piazzato male una voleè esponendosi ad un passante di Nole, che ha fatto il break. Il serbo aveva servito 11 aces nei primi 4 incontri, ne ha messi due consecutivi sul 2-1 trenta pari ed un altro sul 4-3 trenta pari, chirurgico come l’elvetico non ha mai saputo essere. Federer aveva avuto una seconda ed ultima occasione per rientrare sul 3-2, ma ha sbagliato il rovescio. Nole ha chiuso il set strappando ancora la battuta all’avversario ed il secondo si è snocciolato nell’attesa di un break dal quale Federer si è salvato all’ottavo gioco salvo cedere già rassegnato sul 4-5.
Roger non è riuscito ad impostare una partita offensiva: certo la superficie non lo ha aiutato, la O2 Arena non è il centrale di Cincinnati. Ai tempi del Masters in Germania si giocava su tappeto, ora le condizioni sono paragonabili a quelle di Miami. In ogni modo, come già a Wimbledon, Nole è stato superiore sulla diagonale destra e con il servizio, troppo attaccabile la seconda dello svizzero ed eccessivi i gratuiti, pur sollecitati dal ritmo dell’avversario.
Djokovic ha giocato una partita ed un torneo buoni ma non eccezionali. Ormai per vincere, anche agevolmente, non gli occorre nemmeno dare il meglio.
Bolelli e Fognini hanno compromesso le loro speranze di qualificazione perdendo per un’incollatura l’incontro di apertura con J.Murray e Peers. E’ stata comunque un’esperienza positiva e dagli interessanti scenari futuri, vista l’età dei protagonisti del doppio.
Da venerdì finale di Davis Belgio-Gran Bretagna. Sarà decisivo il punto del sabato, ma è verosimile pensare che 79 anni dopo Fred Perry i depositari del gioco riporteranno a casa la Coppa