Sandokan, il RomaFictionFest celebra Sergio Sollima
Il RomaFictionFest rende omaggio a Sergio Sollima con due giornate evento con proiezioni di quello che è considerato il suo capolavoro, lo sceneggiato televisivo Sandokan. Scelta condivisa dal figlio Stefano, regista anche lui di serie di grandissimo successo come Gomorra e Romanzo Criminale. A ricordarlo buona parte del cast di Sandokan. Erano infatti presenti Kabir Bedi, la sempre deliziosa Carole André, Andrea Giordana, i figli di Adolfo Celi Alessandra e Leonardo, gli autori delle musiche Guido e Maurizio De Angelis, i nipoti del produttore Elio Scardamaglia, alcuni membri della troupe e, nascosto tra il pubblico, Sal Borgese (che ha partecipato solamente a Sandokan alla riscossa).
Il primo, in particolare, è stato un pomeriggio interessante, divertente e anche toccante. È stata trasmessa la prima puntata di Sandokan, in un versione di Teche Rai di un’ora e venti minuti, insieme ad un corto di Bedi nel quale raccontava come il personaggio di Sandokan gli avesse cambiato la vita (e durante il quale la Perla di Labuan si è commossa fino alle lacrime), e ad uno di 18 minuti di Leonardo Celi contenente rarissimi spezzoni di super8 girati dal padre durante le riprese. Un emozionato Kabir Bedi ha raccontato di come fu scelto da Sollima e di come questo cambiò completamente la sua esistenza e la sua carriera. Era evidente la commozione e la gratitudine espressa dall’attore indiano. Sandokan gli ha dato fama e gloria internazionale e, ha rivelato, lui fu il primo a presentarsi al primo provino che doveva toccare 10 città indiane. La ricerca finì immediatamente, a Bombay.
Molti gli aneddoti divertenti: da Tremal Naik che non era un attore ma il cameriere incapace dell’albergo dove stava la troupe, diventato poi famosissimo e popolare tra le donne per i suoi occhi profondissimi e che ha poi sposato una miliardaria texana, al ruolo di Marianna, scritto appositamente per Carole André che aveva già lavorato con Sollima anni prima quand’era ancora una bambina; dal celebre grido della sigla iniziale dei fratelli De Angelis che, come ha ricordato Guido, doveva essere un grido che chiamasse di fronte allo schermo chi in quel momento era ancora in cucina o in bagno, tra l’altro canzone che ha venduto nel mondo più di 6 milioni di copie ma che fu inizialmente bocciata (un po’ come quel produttore che disse ai giovani Rolling Stones che andavano bene ma che si sarebbero dovuti liberare di quel cantante con la bocca grande), al ricordo di tutti, veramente tutti, di Sollima come di una persona dolce, dura ma solo apparentemente, con il grande coraggio di compiere scelte difficili, come del resto lo stesso Sandokan che però volle fare ad ogni costo anche perché lui, uomo di sinistra, vedeva nel personaggio di Salgari l’eroe perfetto per le sue idee terzomondiste ed anticapitaliste. Alla fine di tre ore volate via in un soffio, tutti gli artisti si sono intrattenuti con i presenti per foto e autografi, e ovviamente il più richiesto è stato un disponibilissimo Kabir Bedi.
Abbiamo avuto l’occasione anche di chiacchierare con il grande Maurizio De Angelis, autore insieme al fratello Guido delle musiche di Sandokan, Orzowei, Spazio 1999, dei film di Bud Spencer e Terence Hill e di un’infinità di altri, oltre che degli arrangiamenti di quel capolavoro che è Sempre di Gabriella Ferri. Un mito. Gli abbiamo chiesto se avrebbe mai immaginato, dopo 40 anni, che il suo lavoro sarebbe stato ancora così apprezzato e popolare anche tra chi è nato 20 anni dopo. Ci ha spiegato di no, che all’epoca lui e suo fratello erano contenti semplicemente perché riuscivano a lavorare, perché il successo avrebbe significato continuare a farlo e perché vedevano anche l’apprezzamento del pubblico. Ma non avrebbero potuto immaginarne la durata ed oggi ne sono, ovviamente e giustamente, orgogliosi. “Siamo riusciti a fare il lavoro che desideravamo come lo desideravamo. Anche se il regista aveva le sue richieste noi le soddisfacevamo ma sempre facendo qualcosa a modo nostro, come piaceva a noi. Quindi nessun compromesso. Oltre a Sandokan,che è stato probabilmente il successo più grande, siamo molto affezionati alla musica per un cartone Il giro del mondo in 80 giorni che ebbe grande successo a livello europeo”; ci ha anche spiegato come si è svolta la ricerca del suono giusto per Sandokan, di aver acquistato 3 diversi sitar per riuscire a creare quell’atmosfera esotica che seppero poi magistralmente rendere.
Come dice il Cavalier Kabir Bedi (titolo del quale è molto orgoglioso) il successo di Sandokan è dovuto all’identificazione che si prova con l’eroe, e anzi, Sandokan è l’eroe che vive in ognuno di noi. E quando la sigla inizia e l’urlo “Sandokan, Sandokan” si alza, quell’eroe che è in noi si sveglia.