Fear the Walking Dead: l’inizio dell’Apocalisse
Come tutto ebbe inizio, cioè Fear the Walking Dead. L’atteso spin-off e prequel di The Walking Dead, creato da Robert Kirkman, autore dell’omonimo fumetto, e prodotto dagli AMC Studios, arriva in Europa al RomaFictionFestival, nella sezione fuori concorso. Le aspettative sono alte come le probabilità di non reggere il confronto con la serie genitrice. Ma il risultato è sorprendente: Fear the Walking Dead spazza via ogni dubbio e si pone senza problemi sullo stesso livello di The Walking Dead.
La serie si apre in una simbolica chiesa abbandonata frequentata solo da tossici. Un ragazzo si alza da un letto barcollando, è strafatto e cammina come fosse uno zombie. La fotografia è sporca, i suoni sono fastidiosi. L’atmosfera è dannatamente perfetta. Il ragazzo chiama Gloria, scende per le scale e arriva dove un tempo dicevano messa. Gloria sta banchettando con un cadavere, Gloria non è più Gloria, Gloria è caduta, Gloria è dannata. E il ragazzo scappa, corre fuori spaventato in preda al panico. Imbocca una strada ma non si accorge della macchina. Lo investe. Il ragazzo è a terra, viene soccorso dalla gente. A questo punto la telecamera si alza e inquadra la città in lontananza. Solo per questo inizio Fear the Walking Dead meriterebbe di essere visto. Ma c’è molto di più.
Gli albori di una nuova era crescono e si alimentano sulla fine della precedente. Ed è questo il punto focale della serie: la narrazione del lento decadimento di una società in crisi. Gli autori hanno scelto di descrivercela attraverso le vicende di una famiglia allargata. Dunque una famiglia come tante che all’interno sviluppa rapporti conflittuali se non quasi un’assoluta incomunicabilità. Si percepisce la necessità di una ricostruzione. Quest’ultima può ripartire soltanto da un luogo, sembrano dirci gli autori, e ci portano all’interno di una scuola. Questa rappresenta l’ancora di salvezza della società: il luogo dell’educazione e dell’insegnamento, il luogo della formazione delle future generazioni. Ma la situazione è irreversibile e incontrollabile. La scena dell’evacuazione della scuola ne è la conferma. La ricostruzione, per esserci, ha bisogno di un evento traumatico e catastrofico: l’inizio di un’epidemia. Tutto ciò accade nel primo episodio, valorizzato da un cast che si dimostra un altro punto di forza di Fear the Walking Dead. In particolare, tra le prove degli attori, brilla di luce propria quella di Frank Dillane (nel ruolo di Nick), già noto per essere stato Tom Riddle in Harry Potter, che colpisce per la sua espressività e la sua gestualità: la camminata sincopata, debole e strascicata ne è l’esempio più lampante. Rappresenta il simbolo di una società che ha fallito, di una società in crisi e in disfacimento. Racchiude in sé la fine di qualcosa e il principio di qualcos’altro vissuto drammaticamente e violentemente da un fragile ragazzino. Che l’apocalisse abbia inizio.
Twitter: @Francesco Nespoli