Szczesny, Indianapolis e malgasci: l’autolesionismo nello sport
Il portiere della Roma, Wojciech Szczęsny, pochi giorni fa ha dichiarato che è alla Roma di passaggio, che lui è di proprietà dell’Arsenal e che il suo sogno è tornare dai Gunners che per lui sono come la sua famiglia. La cosa era comunque risaputa, è a Roma in prestito secco, l’Arsenal gli paga anche una parte dello stipendio. Ma nel momento in cui cominci ad inanellare papere non è stato forse il momento più opportuno. Ieri ha fatto una parziale marcia indietro dicendosi onorato di vestire la maglia della Roma, ma rimane il fatto che abbia fatto delle dichiarazioni, in questo particolare momento di forma non eccelsa, poco opportune. Szczęsny, il portiere dal nome impronunciabile e per questo soprannominato “coso”, tra l’altro, dall’Arsenal è stato mandato via per screzi con l’allenatore Wenger che non gli perdonò una sigaretta fumata negli spogliatoi e che poi gli ha preferito Cech, non è quindi nuovo ad uscite ed atteggiamenti inopportuni. Si era appena conquistato le simpatie del pubblico romanista avendo esultato ad un goal subito dalla Lazio, ma poi il tuffo in ritardo sul tiro di Medel e la dichiarazione d’amore all’Arsenal hanno incrinato il rapporto. Cosa che si sistemerà non appena ricomincerà a parare. La puntualizzazione del giorno dopo non cambia il fatto. Dire una cosa che in fondo si sa (è dell’Arsenal) in un momento delicato, dopo una sconfitta che ha parzialmente sulla coscienza, prima della partita che deciderà il destino europeo della Roma, è stato un atto di autolesionismo. Si è inimicato parte del pubblico e forse anche dello spogliatoio. Tutto ciò ad una settimana dal derby ed essendo ad un solo punto dalla vetta della classifica. Si puro autolesionismo, anche se, nella storia, c’è stato chi lo è stato molto più di lui.
Anni fa un altro portiere, Astutillo Malgioglio, fece molto peggio. Era il portiere della Lazio. Il 9/3/1986 durante un Lazio-Vicenza terminata 3-4,insultato dai suoi stessi tifosi si tolse la maglia e ci sputò sopra. A sua difesa va detto che sembra che fu uno striscione che insultava la sua attività di aiuto a dei ragazzi disagiati a provocare il gesto, ma prove fotografiche dello striscione non esistono. Certo di peggio per un tifoso non poteva fare. Contratto rescisso e carriera alle ortiche.
Ma non solo nel calcio si fanno errori di questo tipo, Anzi alle volte è un intero sport a fare atti di autolesionismo. Nel 2005 ad Indianapolis si correva il Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti. Gli USA sono un mercato fondamentale ma la Formula 1 lì non ha mai preso piede veramente, Preferiscono altri tipi di corse. Proprio negli anni in cui si cercava il rilancio ci fu un surreale Gran Premio con sole 6 macchine alla partenza. Per problemi di sicurezza legati alle gomme, tutti coloro che montavano pneumatici Michelin si rifiutarono di partire. Quando iniziò la gara il pubblico, neanche troppo numeroso, cominciò a protestare ed al posto del rilancio si consumò la corsa più ridicola della storia della Formula 1. Dopo due anni, a scadenza contratto, Indianapolis non è più stata teatro di Gran Premi di F1.
Ma il massimo dell’autolesionismo lo possiamo scovare in Madagascar. Campionato di calcio 2002. Ad una giornata dal termine l’SO de Emyrne è in corsa per il titolo ma pareggiando 2-2 con il DSA Antananarivo, risultato maturato negli ultimi minuti grazie ad un contestatissimo rigore assegnato agli avversari mentre erano in vantaggio, ogni possibilità di vincere il titolo sfuma. Ma c’è da giocare l’ultima giornata. Proprio contro chi si è appena aggiudicato lo scudetto, la AS Adema. Ma quel che faranno per rendere visibile la loro protesta renderà quell’ultima partita indimenticabile e, a suo modo, storica. Dal primo all’ultimo minuto i giocatori dell’Emyrne cominciano a fare autogol. Palla al centro e nuovo autogol. Per 90 minuti. La partita finisce con l’incredibile risultato di 149-0 con 149 autogoal. Finisce nel guinnes dei primati come la partita con più autogol e per la vittoria con maggiore scarto della storia del calcio (il precedente record era un 36-0 nel calcio scozzese). L’allenatore fu squalificato per tre anni ed anche alcuni giocatori subirono pene più lievi. Ed in confronto ai simpatici malgasci probabilmente Szczęsny, o “coso” che dir si voglia, è un pivello in fatto di autolesionismo