Storie di imbroglioni : dal calcio alla maratona
Storie di imbroglioni. La notizia è che pochi giorni fa il maratoneta Julius Njogu è stato arrestato al termine della maratona di Nairobi. L’accusa, ben comprovata dalle immagini televisive, è che è arrivato secondo…ma senza partecipare alla gara. Si era appostato ad un km dal traguardo tra gli spettatori e quando è arrivato il gruppo di testa si è buttato in mezzo. Era, ovviamente, fresco come una rosa ed ha superato tutti. Ma si è accontentato di arrivare secondo perché quando si froda non bisogna esagerare. Ma visto che oltre alla gloria voleva anche i 7000 dollari di premio i poco ironici gendarmi lo hanno messo in ceppi e così l’imbroglio non è riuscito.
C’è chi invece,anni fa, nell’imbroglio riuscì benissimo, diventando probabilmente il più grande imbroglione della storia del calcio. Perché lui ci ha giocato per 20 anni a calcio. Senza mai entrare in campo. Quindi tecnicamente non ha “giocato” al calcio, è stato membro di squadre di calcio, tutte di alto livello, tutte di massima serie, tutte in Brasile, la patria del football. La sua storia è incredibile ed il suo nome è Carlos Henrique Raposo detto il “Kaiser”in onore a Franz Bekenbauer per una presunta somiglianza.
Siamo a cavallo tra gli anni 80 e 90, Carlos vorrebbe sul serio diventare calciatore, ha il fisico atletico ma quel che più gli piace della carriera dei suoi sogni non è tanto ciò che si fa in campo ma quel che si fa fuori. Discoteche, modelle e macchine sportive. Comincia a frequentare gli stessi locali dei calciatori famosi dell’epoca, si presenta con un telefono cellulare, che ai tempi era uno status symbol (solo che il suo era finto) e diventa amico dei campioni dell’epoca, Ricardo Rocha, Bebeto, Romario e perfino di
Renato Portaluppi che a Roma è ancora ricordato non tanto per le sue qualità calcistiche ma per le sue fidanzate ed una impressionate somiglianza con Lando Fiorini. Chiede quindi di volta in volta ad i suoi amici di fare inserire nei loro contratti una clausola nella quale, insieme all’ingaggio del campione, venisse inserito un contratto di prova per un loro amico “del quale si dice un gran bene”. Bisogna anche considerare che all’epoca un “si dice” valeva qualcosa. Perché mica c’era internet. Nessuno poteva cercare i tuoi filmati su youtube. Ma se avevi un paio di amici giornalisti di qualche stato lontano magari potevano fare un articolo nel quale scrivevano che eri un campioncino. E così fece. Cambia squadra tutti gli anni, sempre sfuttando gli amici influenti e gioca (si fa per dire) in squadre del calibro di Botafogo, Flamengo, Vasco da Gama, Fluminense, America, Bangu e Palmeiras.
Si ma poi non se ne accorgevano? No. In quanto arrivava lamentando una scarsa condizione atletica che faceva si che all’inizio lo mettessero a fare giri di campo ed esercizi fisici. Alla prima uscita con il pallone chiedeva al suo amico/complice un contrasto duro, si infortunava ed era a posto fino al prossimo contratto dove ripeteva lo stesso copione. Per venti anni. Un genio. Sempre grazie a complici nella carta stampata riuscì perfino a strappare un contratto in Europa, all’Ajaccio. Divenne idolo dei tifosi in quanto alla presentazione tirava palloni in tribuna, perché comunque era anche generoso. Lui dice anche che fu ingaggiato dall’Indipendiente in Argentina, ma il club lo nega.
Il nostro simpatico Carlos alla fine si è ritirato e dopo qualche anno è stato lui stesso rivelare l’imbroglio che altrimenti chissà se sarebbe mai stato scoperto. Perché non c’era Internet, non c’erano immagini da vedere e nemmeno telecamere ad un Km all’arrivo, a rovinare il piano architettato dal Kaiser. Julius Njogu avrebbe dovuto provarci almeno una ventina d’anni prima, magari gli sarebbe andata bene.