Politici esteri si dimettono per piccoli scandali, proprio come gli italiani

Un nuovo scandalo sta sconvolgendo il governo di Angela Merkel. Nel mirino, stavolta, è finita Ursula von der Leyen, titolare della Difesa, che finisce sotto accusa per aver copiato la tesi di laurea. Si allunga così la fila dei ministri tedeschi che hanno problemi con l’università. Infatti, prima di Ursula, finirono nell’occhio del ciclone altri due politici tedeschi, per lo stesso scandalo. Karl Theodor zu Guttenberg e Annette Schavan, rispettivamente ex ministro della Difesa ed ex ministro dell’Istruzione e della Ricerca.

 

Ursula von der Leyen, titolare della Difesa e cristiano-democratica come la cancelliera Angela Merkel, è accusata da un esperto, Martin Heidingsfelder, di plagio, per aver fatto copia e incolla senza citazioni nella tesi di specializzazione in ginecologia all’Università di Hannover nel 1991. Come riferito dal sito dell’emittente N-Tv, i cacciatori di plagi della piattaforma VroniPlag Wiki, guidati proprio da Heidingsfelder, hanno identificato citazioni non sufficientemente indicate in 27 delle 62 pagine del testo. Tre delle pagine incriminate conterrebbero tra il 50 e il 75% di testo plagiato e cinque pagine sarebbero copiate addirittura per più di tre quarti.
Ursula von der Leyen ha però sostenuto di poter respingere le accuse di plagio e ha anche rilanciato chiedendo alla sua ex università, la Medizinische Hochschule Hannover, di far esaminare la sua tesi da un garante neutrale.

 

Come già accennato, Ursula non è la prima ad essere finita in scandali di tesi di laurea copiate in Germania. Il primo fu proprio Karl-Theodor zu Guttenberg, membro della CSU, di cui ha ricoperto l’incarico di Segretario generale tra il novembre del 2008 e il febbraio 2009, nominato ministro della difesa nel Governo Merkel II. Il primo marzo 2011 si è dimesso da ogni incarico al centro di uno scandalo a causa dell’accusa di plagio, infatti, numerosi brani della sua tesi di dottorato in diritto internazionale del 2006 erano identici a quelli di altri autori.
Non passa molto tempo che il secondo ministro viene coinvolto per la stessa accusa, Annette Schavan, che dal novembre 2005 al febbraio 2013 ha ricoperto la carica di Ministro dell’Educazione e della Ricerca nel governo guidato da Angela Merkel. Nel maggio 2012 Schavan viene accusata di plagio per aver copiato interi brani della sua tesi di dottorato (94 di 325 pagine) senza citare la fonte. Schavan invitò la commissione preposta dell’Università di Düsseldorf a verificare ogni accusa. Nel gennaio 2013 il consiglio della facoltà di lettere e filosofia dell’Università deliberò l’apertura del processo di annullamento della tesi. Nello stesso anno il consiglio di facoltà constatò il plagio e annullò il titolo di dottore conseguito dalla Schavan nel 1980. Schavan, pur rigettando ogni accusa, si dimise.

 

I politici all’estero non si dimettono solo per aver copiato le tesi, ma anche per altri piccoli scandali, che per noi italiani sono nella prassi. Il ministro degli Esteri giapponese, Seiji Maehara, decise di dimettersi a seguito delle polemiche nate dalla donazione di 250mila yen, circa duemila euro, ricevuti da una cittadina sudcoreana di 72 anni residente da sempre in Giappone e titolare a Kyoto di un piccolo ristorante di “yakiniku”, una specie di barbecue locale. Ancora in Giappone, dove il ministro dell’economia Yoshio Hachiro diete le dimissioni in seguito alla bufera scoppiata per le sue dichiarazioni al rientro da una visita a Fukushima definendola “una città di morte”, ed aveva cercato di toccare un giornalista dicendogli per scherzo “Ti passo un po’ di radiazioni”.

 

In Costa Rica fu il viceministro Karina Bolanos che dovette dimettersi dopo che un suo video sexy era finito per sbaglio su Youtube. Nel filmato la donna mostrava tutte sue forme in lingerie.

Nel 2012 toccò a Chris Huhne, ex ministro dell’Ambiente e uno dei veterani più rispettati del partito liberaldemocratico britannico, che si dimise per aver preso una multa per eccesso di velocità e aver dichiarato che guidava la moglie. Sempre nel Regno Unito, il segretario di Stato Jacqui Smith si dimise nel 2009 perché si era scoperto che aveva addebitato ai contribuenti 67 sterline (circa 70 euro) per due film porno presi dal marito.

 

Non si può, invece, dire che i nostri politici prendono da esempio i loro colleghi esteri, dove nemmeno le accuse di corruzione o associazione mafiosa fanno tanto scalpore al punto da far rassegnare le dimissioni. Dove i casi di scandali per mafia, tangenti e altre accuse di forte peso si moltiplicano. Solo per citarne alcuni: il senatore Carlo Sarro di FI e il governatore della Campania Vincenzo De Luca del PD.