Giubileo della Misericordia e la memoria dell’11 settembre
“Come il 1914 ha segnato l’ingresso nel XX secolo, l’11 settembre 2001 ha segnato l’ingresso nel XXI secolo” (Jean-François Deniau 1928-2007).
L’Anno Santo è ormai alle porte. Dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016 è previsto, secondo le stime del Vaticano, l’arrivo a Roma di circa 30 milioni di pellegrini a caccia dell’indulgenza plenaria, una cifra davvero imponente e senza precedenti nella storia, un aumento di fedeli pari al 30-40% rispetto al precedente Giubileo, quello del 2000. Dopo le continue minacce dell’Isis all’Italia è necessario avere un piano dell’ordine pubblico che sia in grado di tutelare la città e chi la visita, ma anche reprimere sul nascere eventuali attentati. Si, perché il Giubileo della Misericordia è davvero un’occasione molto ghiotta per l’Isis: una ipotetica conquista di Roma, nucleo della cristianità, potrebbe essere l’obiettivo ultimo di diffusione dell’ estremismo islamico.
Anche il sindaco Ignazio Marino, in un’intervista al Corriere della Sera di qualche tempo fa, si è dimostrato piuttosto preoccupato in merito: “Questo è il primo Giubileo dopo l’11 settembre 2001 e dell’epoca dell’Isis. Tutte le indicazioni che abbiamo dai servizi segreti americani, come mi hanno confermato i Sindaci statunitensi con i quali ho parlato recentemente parlano di rischi concreti per l’Italia e Roma. E io non ho la possibilità di difendere la capitale dal terrorismo con la polizia locale”.
Effettivamente l’ipotesi di un 11 settembre italiano era già stata palesata, ancora prima che Papa Francesco annunciasse l’avvento dell’Anno Santo, dall’ex capo della Nato, il generale americano Stavridis, ai microfoni del Washington Post: “Roma va difesa dallo Stato Islamico che può infiltrare terroristi tra i clandestini del Mediterraneo”. E di clandestini a Roma ne sono già arrivati, e ne arriveranno, moltissimi. E nonostante la città si dica pronta all’evento planetario che ci vedrà puntati addosso tutti i riflettori del mondo, nonostante ci sia un imponente piano di difesa che vedrà monitorate tutte le cosiddette “zone calde”, dal Colosseo alla stessa piazza San Pietro, dalla Stazione Termini ai centri commerciali, la sensazione ed il terrore che la macchina di distruzione dell’Isis ci abbia messo gli occhi addosso restano comunque.
Lo confermano, ad esempio, le misure di sicurezza straordinarie che sono state messe a punto anche dal Vaticano stesso. Infatti, per poter attraversare il varco della Basilica di San Pietro, i pellegrini non dovranno semplicemente mettersi in fila, ma registrarsi attraverso un sistema informatico messo a disposizione sul sito ufficiale del Giubileo della Misericordia. Inoltre il Governo ha già da tempo annunciato che sposterà nella Capitale, dopo la chiusura dell’Expo, circa 5mila uomini delle forze dell’ordine. La Città Eterna sarà divisa per l’occasione in sette aree principali, così da poter essere controllata più agevolmente dato che gli eventi non saranno concentrati esclusivamente in poche e circoscritte zone, ma spazieranno in tutta l’area urbana e non.
Oltre alla minaccia del terrorismo si cercherà di contrastare i borseggiatori sui mezzi pubblici e nei luoghi turistici, nonché le truffe ai danni dei pellegrini, come quella smascherata di recente in via del Corso, dove dei finti preti chiedevano denaro a chi voleva entrare nella chiesa di San Marcello. La Questura ha anche varato un piano integrato con la Prefettura per il controllo dello scalo ferroviario della Stazione Termini, fino ad oggi “terra di nessuno”, che prevede la presenza di investigatori mimetizzati da addetti delle pulizie o anche da semplici viaggiatori che terranno d’occhio il nostro principale “biglietto da visita”.
Si dovrebbe tenere anche particolare attenzione alla sicurezza dei cieli, attenzione che lo Stato stesso aveva garantito a Marino, ma che, l’episodio dei funerali di Vittorio Casamonica, ha dimostrato non esserci. Speriamo che le rose lanciate sul feretro del defunto boss possano aver svegliato chi di dovere per evitare che il giubileo della misericordia non passi alla storia come il giubileo del terrore.