Metro C: alla ricerca del tronchino della felicità

Nonostante i diversi annunci fatti prima e durante l’apertura dell’ultima tratta della metro C, Mirti-Lodi, nonostante i lavori procedessero (ci dicevano) spediti, è ormai quasi certo che la tratta San Giovanni-Colosseo non potrà essere agibile nei tempi sperati. Si parla di 2018 per la stazione di San Giovanni, e addirittura di 2022 per quella del Colosseo. La notizia del ritardo, che abituati ai tempi della Capitale potrebbe rientrare nella normalità, crea non poco sconcerto, essendo data fino a poco tempo fa per imminente la conclusione dei lavori. Ma allora che succede?

La risposta la si trova nel sito di Roma Metropolitane, dove, nella sezione dedicata all’informativa riguardante la tratta Lodi-Fori Imperiali, si legge: “La stazione San Giovanni verrà aperta quando sarà disponibile anche il tronchino di manovra in corrispondenza di via Sannio in modo da non penalizzare la frequenza della tratta già in esercizio”. E questo tronchino, come purtroppo apprendiamo dal Comitato MetroXRoma, “ha tempi di realizzazione assolutamente non sovrapponibili a quelli residui per San Giovanni”, tempi che arriverebbero proprio alla fatidica data, il 2018.

Questo fantomatico tronchino, o binario tronco che dir si voglia, serve ai convogli per fare manovra, ed era stato inserito in questa sede già in fase di progettazione. A detta di Roma Metropolitane, qualora si decidesse di aprire la stazione di San Giovanni senza dare la possibilità ai treni di fare manovra, li costringerebbe a fare diversi chilometri di “marcia illegale” (contromano) fino al primo tronchino disponibile. E questo si ripercuoterebbe non solo, come è ovvio, sui tempi di percorrenza, ma anche, come ci dice Roma Metropolitane stessa, “nella tenuta del carico di passeggeri che si sposterebbero dalla linea C alla linea A”.

Il Comitato MetroXRoma però sembra non essere molto d’accordo, e replica dal proprio sito web in questi termini: “Sarebbe davvero più conveniente tenere chiusa per circa 2 anni una stazione conclusa e pronta ad essere utilizzata? Nell’ottica del meno peggio, perché purtroppo solo di questo stiamo parlando, sarebbe davvero meno peggio rimanere allo stato attuate con un ramo monco rispetto ad avere il prima possibile il collegamento diretto con la Linea A seppur con frequenze più basse?”.

E ancora: “È degno di nota anche il fatto che oggi i treni totali acquistati (13) non basterebbero a garantire frequenze degnamente più elevate neanche con il tronchino di Via Sannio perché ne mancherebbero all’appello quattro che non sarebbero colmati neanche dai due in più forniti con la tratta T3. Prendere una decisione del genere, ora, senza almeno garantire l’acquisto degli ulteriori treni ci lascia un po’ perplessi. Non vorremmo trovarci nella grottesca situazione di aprire San Giovanni con 2 ulteriori anni di ritardo, 7 in totale, e non avere comunque i treni a disposizione per garantire un incremento delle frequenze!”.

Insomma la faccenda sembra davvero essere complessa. Tuttavia, tronchino o meno, in vista del Giubileo, la prospettiva di un’altra linea di metro che permetterebbe di raggiungere la basilica di San Giovanni, una delle mete sicuramente più gettonate da turisti e pellegrini, non sarebbe poi un’idea così malvagia. Sappiamo infatti che, per evitare l’esponenziale affluenza in città di bus turistici, il Comune provvederà a garantire loro uno stallo in prossimità di metropolitane, linee ferroviarie e capolinea di autobus, in modo che i turisti possano andare verso il centro con un mezzo pubblico. Uno di questi mezzi pubblici sarebbe potuta essere proprio la metro C con la stazione di San Giovanni.

C’è da precisare però che sul sito di Roma Metropolitane la decisione, nonostante sembri definitiva, risulta, così come c’è scritto, “in corso di valutazione insieme all’amministrazione e agli altri soggetti competenti”. Ma ci sembra ovvio che ormai i giochi sono fatti, e la stazione di San Giovanni non aprirà al pubblico a metà 2016, così come ci avevano assicurato, ma chissà quando.

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