L’Ungheria reclama il controllo sulle frontiere

Ieri mattina la polizia ungherese ha tolto il doppio cordone davanti alla stazione ferroviaria Keleti: i migranti l’hanno invasa nonostante siano stati bloccati i treni internazionali. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha invece reso noto che dal 15 settembre il governo riprenderà il controllo delle frontiere: «È noto che tocca ai singoli Paesi controllare le frontiere esterne. E questo sta facendo l’Ungheria».

Il treno con a bordo migranti, partito da Budapest e diretto a Sopron, ha fatto tappa all’altezza di un campo profughi a Bicske. Qui la polizia ha tentato in tutti i modi di far scendere tutti coloro che non erano in possesso di un documento. La risposta dei migranti è stata unanime: «No camp». Secondo quando riportato dalla Bbc, una coppia con un neonato si è addirittura sdraiata sui binari e ha minacciato di uccidersi tanto che la polizia è arrivata ad ammanettare il padre.
Una parte dei profughi è invece scesa in Ungheria, a Gyor. Centinaia di migranti hanno deciso di lasciare la stazione Keleti e di dirigersi verso l’Austria. distante 160 chilometri, per poi raggiungere Vienna. Il governo ungherese ha chiarito che si atterrà alle regole sancite da Schengen e Dublino.

Il premier italiano, Matteo Renzi, ha dichiarato: «È dovere dell’Europa dare una risposta unitaria, dare una risposta che parta dal diritto d’asilo europeo, da iniziative europee sull’accoglienza e gestione dell’emergenza, dal rimpatrio europeo, ma anche da una strategia globale che tenga insieme gli interventi fondamentali da fare nei Paesi d’origine».
Il presidente del consiglio Ue, Donald Tusk, ha affermato che «Una giusta ridistribuzione di 100mila profughi è ciò di cui abbiamo bisogno» affinché l’invito alla solidarietà non diventi un vuoto slogan.
Secondo il Guardian sono destinati alla Gran Bretagna i migranti dei campi profughi dell’Onu, mentre secondo Ansa sono 40mila già pianificati per Italia e Grecia.
Anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha riconosciuto gli errori dell’Europa: «I Paesi europei che hanno trasformato il mar Mediterraneo, la culla di una delle civiltà più antiche del mondo, in una tomba, hanno una parte di colpa della morte di ogni singolo rifugiato».

Il New York Times ha accusato la polizia di aver utilizzato spray urticanti contro i migrani lo scorso 30 agosto, per impedire che superassero la frontiera tra Serbia e Ungheria: «Un agente mi ha fatto segno di venire avanti e poi ha spruzzato lo spray contro me e il mio bambino ha raccontato una donna».

In merito ai ricollocamenti, la Commisione europea è addirittura arrivata a prendere in considerazione la possibilità di un “opt-out”, accompagnato da sanzioni per i Paesi che non vogliono partecipare.