La solidarietà capitale nel buco nero dell’informazione

Da San Giovanni a San Pietro e Paolo. No, non è un percorso mistico de noantri, sono le date che hanno delimitato la Festa della Solidarietà, dal 24 al 29 giugno, per i romani dalla “lumacata” ai botti a Castel Sant’ Angelo. Tante sono state le associazioni che hanno fatto si che questo evento, alla sua prima edizione, non fosse un’occasione sprecata, non fosse uno dei tanti appuntamenti dedicato ai meno fortunati fine a se stesso. Dalle macchine organizzative più oliate a quelle più giovani e meno rodate tutte hanno fatto la loro parte, organizzando incontri, dibattiti e spettacoli, dando il 100%. La risposta della popolazione romana è stata più che soddisfacente.

Nonostante in questi sei giorni Roma abbia brulicato di appuntamenti sostanziosi, da Tiziano Ferro a Bob Dylan, passando per il Coca Cola Summer Festival, piazza San Giovanni non è passata inosservata, la mensa solidale ha esaurito le scorte, i dibattiti non sono stati disertati, i concerti hanno avuto la loro buona dose di applausi. Ciò che ha latitato è stato l’appoggio esterno a questa manifestazione. Notevoli disguidi si sono verificati nelle autorizzazioni comunali, tanto che il programma originario è stato drasticamente modificato a causa dell’impossibilità di usufruire degli spazi del Parco e dell’Oasi Francescana (lo spazio limitrofo alla statua di San Francesco) che originariamente dovevano essere teatro di una parte degli appuntamenti del cartellone. Inspiegabile inoltre, a dispetto della grande affluenza di fedeli, come solo una piccola ed angusta parte della Basilica sia stata concessa alle associazioni cattoliche che hanno organizzato al suo interno momenti di raccoglimento e di catechesi. Quasi scontata e al limite del clichè italiano la mancanza di coordinazione con i responsabili dell’attivazione di acqua e luce, coordinazione che invece è stata “svizzera” tra la chiusura del primo giorno di festa e l’arrivo degli impettiti ispettori dell’ AMA, che non saranno abili nel trovare uno spazzaneve nel loro deposito ma scovano la tazzina di plastica nell’ indifferenziata come cani da tartufo.

Ma se la burocrazia non è venuta incontro alle esigenze di un’organizzazione a scopo benefico a causa di ritardi, disguidi e incomprensioni, il comportamento che ha lasciato l’amaro in bocca è stato quello degli operatori dell’informazione. Esclusi i “media partners” dell’evento, è stata scarsa per non dire inesistente la copertura mediatica. Che una festa di ben 6 giorni, ubicata in uno dei luoghi più belli, importanti e centrali di Roma non abbia minimamente trovato spazio su giornali e tv che fanno della Capitale il loro bacino d’utenza ha dell’incredibile. Non vogliamo pensare che si sia trattato di ostracismo ma semplicemente di disinteresse. In fondo la Festa della Solidarietà è stata solo la risposta di una fetta di popolazione (cattolica e laica) all’obbrobrio di Mafia Capitale. Nell’informazione sensazionalista di oggi Tiziano Ferro (con tutto il rispetto per il cantante di Latina) e una sagra in fraschetteria hanno una voce, la Solidarietà Capitale no.