Immigrazione, integrazione e cristiani perseguitati
Immigrazione, integrazione e cristiani perseguitati: questo è stato il dibattito finale della Festa della Solidarietà. Si è deciso di chiudere lasciandoci nella piena attualità, perché quando ci troviamo a fronteggiare una crisi internazionale su più fronti e un’ondata di persone in cerca di aiuto in fuga da realtà disastrose che non riesce a essere gestita, non possiamo chiudere gli occhi e fare finta di niente.
A salire sul palco per l’occasione, Lapo Pistelli, già viceministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Berardino Guarino, coordinatore del Centro Astalli, e padre Mtanios Haddad della Chiesa Greco Melchita, Priore della Basilica di Santa Maria in Cosmedin. Questi i protagonisti dell’ultimo scambio di vedute della Festa della Solidarietà, moderato da Gianluca Gaeta, Direttore Responsabile di Lineadiretta24, che apre il dibattito con queste parole: “Rifugiati, profughi, migranti forzati, perseguitati sono coloro che scappano dai loro paesi lasciando tutto ciò che di più caro hanno: amici, lavoro, affetti. Fuggono in cerca di protezione e diventano molto spesso solo numeri, senza nome e senza identità” e, – continua – “Ne sentiamo parlare raramente, perché le guerre, le violazioni dei diritti umani trovano poco spazio nelle nostre coscienze se non quando ci toccano personalmente, quando ad esempio sbarcano a migliaia nelle coste italiane“.
La parola viene data subito a Berardino Guarino, chiamato a rispondere all’input di avvio del dibattito: Chi sono i rifugiati?
“Migranti forzati che per la Convezione di Ginevra hanno diritto a protezione internazionale. Il dibattito politico e culturale che c’è e che si riporta sui media è sterile e strumentalizzato. Andrebbe analizzato in profondità per capire le storie di queste persone e raccontare quanta brava gente ci sia a Roma, di cuore, che accoglie questa gente, che arriva spaesata” e continua dicendo “A Tiburtina è stata allestita da poco una tendopoli volta ad accogliere alcuni dei 30mila migranti che ogni anno passano qui per, molto spesso, cercare fortuna in altri Paesi. Noi abbiamo circa 500 volontari l’anno che arrivano senza alcun annuncio, ma per passaparola. L’Europa non ha risposto alle domande più importanti in questa situazione”. Dopo questa risposta l’attenzione del moderatore si focalizza sulla parte pratica di questa situazione chiedendo a Guarino come accogliere queste persone, come metterle in condizione di salvarsi e trovare un posto sicuro, “Il vero peso non ce l’ha l’Europa che ospita un numero di rifugiati esiguo rispetto ad altre parti del mondo” risponde Guarino e prosegue “L’UE in questo periodo è al di sotto delle sue potenzialità”.
A questo punto la parola viene data a Padre Haddad per rispondere alla domanda di Gaeta: “Il Libano ha 1 milione di rifugiati su 4 milioni e mezzo di abitanti, e noi ancora parliamo di invasione?” “Per rispondere a questa domanda cito l’art.1 della costituzione siriana, ovvero il diritto alla cittadinanza. Io vorrei tornare ai giorni prima della violenza, quando qui si viveva in pace tra diverse religioni. Questa violenza chiamata ISIS non l’abbiamo portata noi, ci è arrivata da altre parti e l’Europa ora, con il suo silenzio, è complice di quello che sta accadendo e tutto è coperto dalla matrice musulmana che a molti conviene considerarla così, L’ISIS non è ISLAM, noi siamo vittime di questa violenza che non è una lotta tra religioni, bensì una contro l’umanità”.
La conclusione di questa discussione con un tema così apparentemente insormontabile viene affidata a Lapo Pistelli che, riferendosi al suo recente viaggio in Libano, dice: “Questo paese ha dato prova di una incredibile generosità accogliendo un’enorme massa di fratelli siriani”, ha sottolineato Pistelli, “che quella del Libano è una lezione importantissima per un’Europa che discute, discute, discute, come accogliere numeri molto inferiori di persone che provengono dal Nord Africa”. Gianluca Gaeta chiede ancora: ” nel 2014, l’Italia ha offerto aiuti per 38 milioni di euro per affrontare l’emergenza umanitaria in Siria, questa è carità o sviluppo? E ancora: si ha la sensazione che l’UE sia la grande assente sul fronte sovranazionale. Mi dice la sua opinione?”. Conclude Pistelli:” Potrebbe essere intesa come carità ma non è solo così. Questa nuova agenda sulla migrazione sarebbe un passo importante perché tenta di scardinare un ostacolo importante ovvero il fatto che l’immigrazione è un tema che non spetta alla sua decisione sovranazionale bensì ai singoli Stati membri. Ora invece tenta di obbligarli alla redistribuzione delle quote. Sarebbe un vero inizio”. Nella sua ultima serata la Festa della Solidarietà ha dimostrato, per l’ennesima volta, che degli scambi di pensiero su situazioni drammatiche come l’emergenza degli immigrati, possano dare un contributo o anche una spinta per mobilitarsi ed essere solidali.