Nuovi attentati: continua la guerra dell’Isis

La giornata del 26 giugno può essere riassunta da un tweet di Federica Mogherini: «Tunisia, Kuwait, Francia: Europa e mondo arabo uniti come vittime e nella risposta. I terroristi vogliono dividerci, invece ci uniscono sempre di più».
Si sono verificati ben quattro attentati nell’arco di una sola giornata, sebbene in contesti completamente diversi tra loro, ma rivendicati da un unico artefice: l’Isis. Ai Paesi citati dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, va aggiunto anche l’attentato in Somalia, verificatosi all’alba e, quindi, cronologicamente anteriore.

Attentato in Francia. A cinque mesi dalla strage di Charlie Hebdo, una nuova tragedia scuote la Francia. Una vettura con a bordo due uomini è entrata nello stabilimento dell’azienda Air Products, che si trova a Saint-Quentin-Fallavier, un comune del dipartimento dell’Isère, a circa 30 km da Lione. Una volta entrati, hanno fatto esplodere alcune bombole di gas dell’impianto. Il risultato sono due feriti e un morto: all’interno dello stabilimento è stato trovato un corpo decapitato, appartenente al gestore di una società di trasporti, la cui testa è stata infilzata su una recinzione e ricoperta da scritte in arabo.
Uno dei due attentatori è stato identificato in Yassin Salhi, già sospettato di radicalismo in passato, fermato a da un pompiere poco lontano dal luogo della strage. I due uomini sono riusciti ad accedere all’impianto perché questo effetuava regolarmente consegne alla struttura e, pertanto, era munito di badge.
I leader europei hanno espresso la propria solidarietà al Presidente francese, in quanto «sanno che potrebbe accadere altrettanto nei loro Paesi». Anche Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al «popolo francese già duramente colpito dall’attentato terroristico del 7 gennaio scorso, il cordoglio e la solidarietà dell’Italia intera».
Marine Le Pen ha dichiarato attraverso un comunicato: «La Francia deve armarsi di fronte al terrorismo islamico. Deve combatterlo e cacciare dal suo territorio nazionale ogni comportamento fondamentalista».

Attentato in Tunisia. L’Hotel Riu Imperial Marhaba e il Port el Kantaoui, entrambi resort a Sousse, a 150 chilometri da Tunisi, sono stati invasi da uomini armati. A seguito dello scontro armato con la polizia, è deceduto anche uno degli attentatori: si tratta di uno studente originario di Kairouan, città dell’Islam e sede della più antica moschea del Maghreb. Un altro componente, invece, è stato arrestato ad Akouda, località a pochi km da Sousse.
Come per la strage al museo del Bardo, l’intenzione era chiaramente quella di colpire uno dei settori fondamentali dell’economia tunisina: il turismo.

Attentato in Kuwait. Un uomo con addosso una cintura esplosiva si è fatto saltare in aria nella moschea di Al-Imam al-Sadeq, gridando “Allah è grande” e causando più di 200 morti e 25 feriti. L’attentato è stato rivendicato dalla
“Provincia di Najd” attraverso un post sui social network in cui viene rivelata sia l’identità dell’attentatore, Abu Suleiman al-Muwahed, sia la motivazione di tale gesto: la moschea «diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita».

Attentato in Somalia. A Leego, a sud di Mogadiscio, un’autobomba carica di esplosivo è stata lanciata nella base militare delle forze di peacekeeping dell’Unione africana, seguita dal lancio di granate. Ne sono responsabili i miliziani del gruppo terroristico di Al Shabab. Secondo la BBC i morti superano le 30 persone.

Fonte: agi.it
Fonte: agi.it