Associazione Culturale Lumen Gentium ONLUS
Associazione Culturale Lumen Gentium ONLUS
Quando e come nasce l’Associazione Culturale Lumen Gentium ONLUS?
Dopo una lunga gestazione l’associazione nasce il 13 dicembre 2014, il giorno di Santa Lucia, la santa della luce. Il nome dell’associazione, il latino Lumen che vuol dire luce, il giorno di nascita, e infine il titolo che abbiamo voluto dare alla prima edizione della Festa della Solidarietà: “accendiamo una luce”. Ecco, tutto questo spiega già abbastanza bene il perché e il come di questa associazione: essere luce per fare luce. Ci siamo accorti che era importante dare risalto ed evidenza, far conoscere quanto a Roma si opera nel senso della solidarietà autentica della lotta al disagio, sociale, mentale, fisico.
Come si è sviluppata l’idea e, poi, il progetto della Festa della Solidarietà?
Proprio partendo da questa consapevolezza abbiamo pensato che era importante e opportuno costruire un momento in cui far ritrovare in una atmosfera di festa, la Roma solidale. Ma non solo. Una seconda ragione sta in questo: far fare festa a quelli che festa non la fanno mai. Di qui l’idea della “mensa solidale” dove chi decide di andare a mangiare in piazza con la famiglia o gli amici si trova accanto a una persona che va tutti i giorni a mangiare nelle mense gratuite del centro di Roma. Un modo per tutti per uscire dall’ordinario e per incontrarsi. E infine una terza idea riguarda Roma come diocesi. Qui le date dicono parecchio. Il 24 giugno, quando cominciamo, è il giorno di San Giovanni Battista, ovvero la festa della cattedrale, il 29 quando concludiamo il giorno dei Santi Pietro e Paolo, i patroni di Roma. Ecco abbiamo pensato che era bello dare alla comunità cristiana di Roma un tempo e uno spazio per ritrovarsi.
In tempo di crisi quanto spazio c’è per la solidarietà? State incontrando difficoltà nella ricerca di aiuti e fondi?
La crisi impone dei cambiamenti, non c’è dubbio. La solidarietà deve essere creativa, innovativa, non può più essere burocratica e routinaria. Penso che nel cuore e nella testa delle persone ci sia ancora un grande spazio per la solidarietà. Il problema è quando questa diventa occasione di speculazione e arricchimento, penso a quanto è successo a Roma e non solo a Roma. Allora il problema è un altro: è la credibilità di chi opera in questo mondo, se questa viene meno allora comincia a logorarsi il patto sociale e cresce l’esasperazione delle persone. Per quanto riguarda le risorse, al momento non abbiamo trovato un vero e proprio “main sponsor”. Del resto è la prima volta che si tenta una iniziativa di questo tipo ed è difficile trovare un soggetto imprenditoriale disposto a rischiare tanto. Ma forse questo è anche un bene: questa festa riuscirà se ci crederanno tanti cittadini di Roma e non il singolo imprenditore. Riuscirà se avremo tante piccole donazioni, tanti volontari e tanta partecipazione. Ad esempio i primi segnali che vengono dalla distribuzione dei biglietti della lotteria che abbiamo organizzato vanno in questo senso.
Cosa si augura che resterà di questi sei giorni di Festa della Solidarietà?
L’idea e la pratica di una “Solidarietà Capitale” da contrapporre a quella opprimente di queste ore e di questi mesi di “Mafia Capitale”. Vorrei che le persone dopo una serata in piazza scoprissero quanto c’è da fare , quanto si può fare e quante persone uomini e donne tutti giorni operano – a Roma si dice “si fanno il mazzo” – per rendere questa città più umana accogliente e solidale. Ecco mi piacerebbe che la festa facesse stare zitti i profeti di sventura, quelli che giocano al tanto peggio tanto meglio e che invece rappresentasse un momento di riscatto morale e civile per tutti i romani di buona volontà.