Roland Garros: capolavoro Wawrinka
Wawrinka capovolge tutti i pronostici della vigilia, rimonta e batte Djokovic aggiudicandosi il secondo mayor in due anni. Continua per Nole la maledizione parigina, sfumata la possibilità di completare il Grand Slam. Resta in corsa Serena Williams.
Le quote dei bookmakers non gli lasciavano molte speranze. Eppure Wawrinka aveva disputato alla pari con Djokovic tre grandi partite negli ultimi due anni, vincendone una. Nè Murray, né Nadal, né Federer erano stati capaci ultimamente di tenere testa al giocatore che da un po’ di tempo a questa parte sta cannibalizzando il circuito. Migliore di Rafa ed Andy dal lato destro, Nole fa valere il rovescio superiore contro Roger. Wawrinka aveva però dimostrato grazie ai progressi effettuati di potergli tenere testa dai due angoli del campo.
La sua vittoria oggi è nata dal gioco: tranne che nel primo set ha tenuto sempre l’iniziativa dal fondo, ha servito meglio, è venuto più a rete e con maggior profitto. Impressionante il dato dei vincenti, 60 a 30 ed ancor di più quello dei dritti vincenti, 25 a 6. Colpo di relativa debolezza per entrambi, il dritto è stato in tutto il torneo il colpo decisivo a favore di Wawrinka. Nel momento della verità, quando sembrava che nulla potesse più frapporsi fra sé ed il primo Roland Garros, ha invece tradito Djokovic, 23 errori dal lato destro. Curiosamente l’elvetico è rimasto sottotono con il colpo che lo ha reso famoso, per ritrovarlo nel gran finale.
E’ il suo secondo Grand Slam, ma ha più valore perchè quello in Australia, pur vinto dopo aver superato Djokovic, era giunto in finale contro Nadal infortunato. E’ una conferma, a 30 anni, di un nuovo status raggiunto.
Nole ci riproverà, ma difficilmente potrà ripresentarsi tra un anno in condizioni di superiorità tanto marcata. Parigi rimane una chimera, mai sapremo quanto nella sua testa oltre che nel fisico avrà pesato il giorno di riposo negatogli dalla tenacia di Murray.
Veniamo alla cronaca. Primo set controllato dal serbo, break a 0 al settimo game, servizio sul 5-4, annullata la possibilità di aggancio e chiusura 6-4. Tutto secondo prammatica e quando Nole ha palla break in apertura di secondo, sembra che il finale sia scritto. Invece non solo Wawrinka si salva, ma dal game successivo e per tutta la frazione mette sistematicamente in difficoltà il servizio avversario, dominando dal fondo, costruendosi e fallendo molte occasioni di break. La palla buona arriva sul 4-5 e la partita torna in parità, per la frustrazione Djokovic rompe la racchetta. L’inerzia non cambia nel terzo, lo svizzero a manovrare da dietro, specie col dritto ed il n.1 incapace di trovare alternative. Recupera col servizio nel secondo gioco ma sul 2 a 3 subìsce il break a zero. Wawrinka è in fase di grazia, tutto gli riesce, persino un impossibile rovescio lungolinea che passa al di là del paletto. Si aggiudica il set 6-3 e diventa il favorito. Qui arriva l’attesa reazione di Nole, approccia il quarto con attenzione, toglie finalmente il servizio all’avversario, sale 3 a 0. Già si pensa al quinto, a quanto sia difficile per chi trova il serbo dall’altra parte della rete mantenere a lungo questo ritmo ossessivo. Invece Wawrinka non si smarrisce e riconquista subito il break al termine di uno scambio estenuante. Tutti i games sono lottati, chi serve va regolarmente in difficoltà, Nole si salva da 15-40 sul 3-3, poi sul 3-4 è Stan a risalire con la battuta da 0-40. E’ il nono game ed il rovescio di Wawrinka, fino a quel momento in giornata non eccezionale, decide la partita. Sul 30-30 uno splendido passante gli procura palla break, Nole lo annulla con un inusuale serve and volley. La seconda opportunità è quella giusta ed ancora il passante di rovescio lo porta ad un soffio dal traguardo. Stan serve sul 5-4 , si procura un match point, lo spreca, salva una palla break ed alla seconda occasione lascia parlare il rovescio. Lungolinea vincente e 6-4.
Toccherà alla Williams tentare il Grand Slam 2015. Ha superato la prova più difficile ma età e problemi fisici rendono la sua impresa molto complicata, malgrado l’amata erba di Wimbledon. Invece se Djokovic avesse vinto qui sarebbe stato quasi impossibile fermarlo. Rod Laver resta solo in cima col suo doppio magico poker, 1962 e 1969.