Il Barcellona riporta la Champions in Catalogna
Finisce come da pronostico la finale di Champions League tra Juve e Barcellona: i catalani vincono il match e la Juve è sembrata in partita per una quindicina di minuti nelle prime fasi del secondo tempo, troppo poco per sconfiggere degli avversari di elevata caratura.
La Juve non ha demeritato ed ha giocato in modo intelligente le sue carte, ma i conti non sono riusciti già a partire dal terzo minuto di gioco. Il pressing iniziale dei bianconeri sembrava essere efficace ma grazie al palleggio dei suoi giocatori il Barcellona lo ha evitato riuscendo a segnare immediatamente il gol del vantaggio con un’azione pregevole che ha visto protagonisti tutti i giocatori catalani tranne Suarez. Il primo tempo è quasi un monologo bleugrana; il Barca gestisce la palla tenendola lontana dalla propria porta e continuando a creare grattacapi alla Vecchia Signora. E’ infatti Buffon a doversi superare in una parata in controtempo su tiro di Dani Alves che probabilmente avrebbe segnato contro qualsiasi altro portiere. Lo stesso vale nella seconda frazione di gioco per un tiro di Suarez, perfetto, in anticipo sul primo palo, cui Buffon oppone una parata da manuale. Nella ripresa si riparte un po’ come si era chiuso il primo tempo coi Catalani avanti, ma con una Juve più pronta e meglio messa in campo. Secondo il Corriere.it poi è la Juve a fare il Barcellona segnando il gol del pareggio; mbè ci sembra eccessivo dato che la rete del Barca e quella della Juve sono di due carature ben differenti così come il gioco messo in campo. Il Daily Mail al contrario scrive che la Juve trova il pareggio dal nulla, ed anche questo ci sembra un giudizio un po’ troppo duro per i bianconeri. E’ evidente che la Juve si sia ripresa nel corso del secondo tempo ma il Barcellona di Luis Enrique ci ha abituato a questo genere di situazioni: forse facendo tesoro dell’esperienza nel campionato italiano, il tecnico spagnolo ha dimostrato che la sua squadra è perfettamente in grado di soffrire in fase difensiva ma sempre rimanendo fatale come un cobra in contropiede. Così, dopo il pareggio dei bianconeri che sembrava aver riequilibrato le sorti del match è arrivata la doccia fredda a firma Luis Suarez. Negli ultimi secondi di gioco arriva il terzo gol del Barca questa volta messo a segno da Neymar, ma a questo punto poco cambia.
La Juve perde la sua quarta finale consecutiva di Champions dopo quelle col Borussia Dortmund, Real Madrid e Milan nelle stagioni ’97, ’98 e 2003. Ma esserci di nuovo, soprattutto in rappresentanza di un calcio come quello italiano universalmente ritenuto in crisi, non è affatto male, anzi.
Il Barcellona invece porta a casa la quarta Champions League delle ultime dieci disputate, tanta roba davvero. A questi risultati si è arrivati dopo un cammino iniziato quando il profeta del calcio totale, l’olandese Johan Cruijff, ha preso armi e bagagli e si è trasferito in terra iberica. Da quella storia, ancora forse da scrivere bene, continuata poi con l’avvento di altri tecnici olandesi come Van Gaal e di Frank Rijkard e dalla catalanizzazione del 4-3-3 si è arrivati alle gestioni Guardiola-Luis Enrique che di quelle esperienze hanno usufruito come calciatori. E’ lungo e forte il filo della cultura calcistica tessuto in terra catalana ed ora a Barcellona e dintorni ne godono dei benefici.