L’Abruzzo grida: “pane e olio” senza petrolio

L’Abruzzo scende in piazza per dire No. Un no gridato in coro, pronunciato da circa 60.000 voci che sperano di essere ascoltate. Lo scorso 23 Maggio, la piccola cittadina abruzzese di Lanciano ad un passo dalla costa incriminata ha aperto le porte alla manifestazione “No ombrina, salviamo l’Adriatico” contro le trivellazioni in mare. Gli ultimi dati sulle adesioni parlano di 482 tra organizzazioni, movimenti ed enti. Liberi cittadini, associazioni, politici appartenenti a tutti gli schieramenti si sono trovati insieme, raccolti e compatti per palesare il proprio dissenso nei confronti di chi vuole trasformare l’Abruzzo in un colabrodo. Accanto ai manifestanti anche i rappresentanti del governo della Regione. “La Regione Abruzzo è in prima linea e ci mette la faccia – ha affermato l’assessore all’ambiente, Mario Mazzocca – e in questa battaglia è evidente che non siamo soli”. Decine e decine, infatti, i sindaci pronti ad esporsi, con gonfalone e fascia tricolore che hanno partecipato a testa alta alla protesta.
Per ricostruire meglio la vicenda occorre fare un passo indietro e ritornare a circa un paio di mesi fa quando la commissione tecnica “Via-Aia” del Ministero dell’Ambiente, guidata dal presidente Gian Luca Galletti ha espresso parere favorevole alla coltivazione di idrocarburi nel pozzo di Ombrina Mare, al largo delle coste abruzzesi. «Ancora una volta si fa un regalo alla lobby del petrolio mettendo in campo l’ennesimo e insensato attacco al mare italiano», commentano da Legambiente. «Dagli studi presentati, si evince, infatti, l’assurdità del progetto: greggio di pessima qualità e di quantità trascurabili, sufficiente a coprire a fatica lo 0,2% del consumo annuale nazionale; gas in quantità insignificante e sufficiente a coprire appena lo 0,001% del consumo annuale nazionale, con una ricaduta locale equivalente a mezza tazzina di caffè all’anno per ogni abruzzese. A guadagnare dall’operazione saranno pochi petrolieri, a discapito del territorio e delle comunità locali, sicuramente non il Paese», questa la tesi degli ambientalisti. Secondo le stime della società britannica cui è stata rilasciata la concessione di ricerca petrolifera, invece, il giacimento sarà in grado di produrre oltre 40 milioni di barili di petrolio, quantitativo sufficiente a soddisfare il fabbisogno petrolifero dell’intera regione per un periodo di circa quattro anni.
Ma l’Abruzzo proprio non ci sta e si batte per costruire una mobilitazione efficace, comune e condivisa in grado di fermare la petrolizzazione del proprio mare. I cittadini abruzzesi non vogliono Ombrina, ma il Parco Nazionale della Costa dei Trabocchi, il mare pulito, un’economia agroalimentare di qualità, la valorizzazione turistica e culturale del territorio, un modello di sviluppo compatibile con la natura. Tutto questo, con la speranza di essere ascoltati viene urlato durante la protesta pacifica che ha visto la città di Lanciano popolatissima, addobbata e colorata per l’occasione. Un fiume di bambini, mamme, papà e rappresentanti della politica locale e regionale intenti a sfilare per le vie del centro al grido di «Mare e costa è tutta roba nostra», e «Pane e olio senza petrolio», i due principali slogan della giornata. “È una grande partecipazione festosa per dire un secco no all’insediamento di Ombrina che non è contrattabile”. Queste le parole del sindaco di Lanciano Mario Pupillo, che aggiunge “Il no alla petrolizzazione è necessario nel momento in cui è stata effettuata da parte della Regione e della Provincia la sperimetrazione del Parco della Costa teatina che è già all’attenzione del Consiglio dei Ministri”.
Anche i musicisti abruzzesi hanno voluto dare il loro contributo unendosi in un progetto volto a “cantarne quattro” ai petrolieri. Il coordinamento No Ombrina, infatti, in occasione della manifestazione contro i progetti di estrazione di idrocarburi al largo della costa ha promosso la realizzazione di un video della canzone “Com’è profondo il mare” del grande cantautore Lucio Dalla che ha visto coinvolti 35 artisti abruzzesi. Il video è stato presentato, la scorsa settimana nella libreria Moroni a Pescara ed è stato lanciato sui social network e tv locali. «L’omaggio a Lucio Dalla», hanno spiegato i promotori del video, «è la naturale conseguenza del suo impegno contro la petrolizzazione dell’Adriatico. Certo non basta una canzone per cambiare la storia ma la speranza è che “Com’è profondo il mare” possa contribuire a bussare alla porta delle orecchie di chi non vuol sentire. E’ per questo che abbiamo voluto eleggerla a inno della contrarietà alla piattaforma Ombrina mare, parte di un progetto ben più ampio che vorrebbe l’Abruzzo irreversibilmente declassato da Regione verde d’Europa a distretto minerario».

@Fedefra85