Standard&Poor: ripresa troppo lenta per l’Italia

Nessuno dato di ottimismo sul lato economico. L’agenzia di rating Standard&Poor  continua a bocciare le riforme del Governo Renzi. Lapidario il rapporto degli analisti, le riforme dal Jobs act, agli ottanta euro non bastano. Nulla di fatto anche sul fronte della pubblica amministrazione il ddl in cantiere volto alla semplificazione e all’afficientazione dell’apparato burocratico è ancora in cantiere e se #rivoluzione doveva esserci, d’essa ancora non se ne vede ombra.

I leit-motiv renziano non soddisfano, BBB il livello riconfermato dall’agenzia statunitense, penultimo gradino sopra solo al livello “junk”. Stabile invece il merito di credito anche se  i conti nostrani continuano a non tornare.  per dire classificazione, valutazione dei titoli obbligazionari, delle imprese e del loro rischio finanziario. BBB per dire inaffidabilità dello Stivale. Una Flebile luce in fondo al tunnel però, rispetto al 2014, stavolta è stata ravvisata: classe “A-3” per il debito a breve termine. Non un definitivo buco dell’acqua, quindi, quello del Governo, gli analisti statunitensi commentano : “per riflettere le nostre attese che il governo continuerà a implementare riforme strutturali e fiscali ampie che potrebbero aumentare il potenziale di crescita nel corso dei prossimi anni”. Un attestato di fiducia, quello assegnato, anche se alcuni ravvisano perplessità in merito alla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, la quale rischierebbe di far saltare gli obiettivi di bilancio di Palazzo Chigi:“A nostro avviso il consolidamento di bilancio del 2015 è basato più sulla riduzione degli interessi che sul miglioramento del bilancio primario” e la sentenza sulle pensioni “complica il conseguimento degli obiettivi di bilancio”. Anyway, don’t worry se il livello dell’Italia resta un gradino sopra quello “spazzatura”, Standard&Poor confida che “”La ripresa economica in Italia è in corso, principalmente per fattori esterni” prefigurando un percorso lento che almeno per quest’anno attesta le aspettative di crescita ad un misero +0,4%; che però tra il 2016 e il 2017 accelererà portandosi in media ad un +1%.

Non resta che incrociare le dita, e attendere gli effetti delle riforme. Confidando in quanto previsto da oltreoceano: “ci aspettiamo che l’inversione di tendenza del mercato del lavoro italiano sara’ lenta”. Lenta o no, speriamo che ci sia.

renzi padoan