Il 15 gennaio 1993 Totò Riina, numero uno di Cosa Nostra latitante dal 1969, lasciava la propria residenza di via Bernini 54 nel rione Uditore di Palermo, una villa imponente e lussuosa con prato all’inglese e piscina. Quello stesso giorno venne arrestato dai Carabinieri e da allora ha trasferito il proprio domicilio nelle patrie galere. La villa che fu l’ultimo covo di “Totò u’ curtu” venne invece confiscata alla Mafia nel 2007 ed è stata oggi convertita in una vera e propria caserma dei Carabinieri intitolata al Maresciallo Mario Trapassi e all’Appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valor civile, barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici. Alla cerimonia di inaugurazione che ha avuto luogo lo scorso 9 Maggio erano presenti, tra gli altri, il Comandante Generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, il direttore dell’agenzia dei beni confiscati Umberto Postiglione, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i comandanti regionali e provinciali dell’Arma Giuseppe Governale e Giuseppe De Riggi. Presente anche il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato oltre a tanti studenti di scuole elementari e medie.
A prendere parte a questo insolito taglio del nastro anche il Ministro degli Interni Angelino Alfano, accolto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e da alcune centinaia di persone che sventolavano bandierine tricolore. “Lo Stato ha vinto e la mafia perde” ha dichiarato Alfano, aggiungendo poi: “Ne è prova il fatto che l’ultimo covo del boss Totò Riina ospita ora una caserma dei carabinieri. Grazie all’Arma per avere destinato questa casa alla sicurezza della città e della nostra terra e per averla dedicata ai due sottufficiali morti durante la strage in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici”. Nel prosieguo dell’intervento il Ministro ha definito i mafiosi “non solo degli assassini, ma anche ladri di futuro, speranza e di bellissime parole del nostro vocabolario come onore, famiglia e rispetto. Come fa a parlare di onore chi uccide – ha aggiunto – o di rispetto chi fa inginocchiare un commerciante per chiedergli il pizzo?”. Alfano ha concluso ricordando le leggi approvate dal Parlamento contro la mafia come quella sul carcere duro e sulle confische ai patrimoni mafiosi.
Il sindaco di Palermo nel ricordare la ricorrenza dell’uccisione di Aldo Moro e di Giuseppe Impastato, ha espresso gratitudine all’Arma dei Carabinieri per l’impegno quotidiano profuso contro cosa nostra e per il colpo durissimo inferto il 15 gennaio 1993 con l’arresto del boss Riina, evento che ha aggiunto Orlando, “ha cambiato i connotati della nostra realtà”.

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