Presto lo Stato di Palestina esisterà anche per il Vaticano
A seguito della riunione plenaria svoltasi in Vaticano lo scorso 13 maggio, è stato steso un accordo bilaterale per il riconoscimento da parte della Santa Sede di un’entità statale nei territori sottoposti all’Autorità palestinese, lo “Stato di Palestina”. L’intesa sul testo è stata raggiunta, ma «l’accordo sarà sottoposto alle rispettive autorità per l’approvazione prima di fissare una data in un prossimo futuro per la firma».
Inoltre, nel fine settimana, papa Francesco riceverà il presidente palestinese Abu Mazen, in occasione della cerimonia di canonizzazione di due donne nate in Palestina, suor Marie Alphonsine Danil Ghattas di Gerusalemme e suor Mariam Baouardy di Betlemme.
Cosa e come. Si tratta del punto di arrivo di un’evoluzione nelle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), iniziata nel 2000 quando, per volere di Giovanni Paolo II, le due parti sottoscrissero una dichiarazione d’intenti. Tuttavia, il negoziato è stato ripreso solo dopo il pellegrinaggio compiuto da Benedetto XVI nel 2009 in Terra Santa: è trascorso un anno prima che le due delegazioni si rincontrassero e cinque anni perché venisse formulato un testo condiviso. Quest’ultimo è in continuità con la decisione della Santa Sede, risalente al 29 novembre 2012, di riconoscere la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite.
Monsignor Antoine Camilleri, sottosegretario della sezione della Segreteria di Stato che si occupa delle questioni estere e capo della delegazione diplomatica vaticana, ha reso noto che il preambolo del testo presenta «l’auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nell’ambito della Two-State Solution e delle risoluzioni della comunità internazionale».
«Estrema gratitudine e stima a papa Francesco», ha dichiarato Hanan Ashrawi, esponente del comitato esecutivo dell’Olp, che ha aggiunto:« Il riconoscimento della Palestina e del suo popolo è un investimento importante a favore della pace, della sicurezza e della stabilità regionali», in quanto rilevante non solo da un punto di vista politico, ma anche giuridico e, soprattutto, umano.
Israele non è d’accordo. Israele non ha nascosto la propria delusione e ha dichiarato che si regolerà di conseguenza. Il portavoce del ministero degli Esteri, Emmanuel Nacason, ha ammesso: «Siamo delusi dalla decisione presa dalla Santa Sede. Noi crediamo che una tale decisione non favorisca un tavolo di negoziati coi palestinesi».
Sia l’American Jewish Committee che l’Anti-Defamation League hanno dichiarato che si trattata di una mossa prematura poiché «controproducente per tutti coloro che cercano la vera pace tra Israele e i palestinesi».
Paesi in Africa, Asia e Sud America hanno già riconosciuto individualmente la Palestina. Lo scorso anno, la Svezia è stato il primo Paese occidentale dell’Europa a riconoscere lo Stato di Palestina, anche se alcuni parlamenti hanno approvato mozioni non vincolanti per sollecitarne il riconoscimento.
Per quanto riguarda il testo del trattato inerente ai rapporti con la Santa Sede, un comunicato del Vaticano ha spiegato che questo «si occupa di aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa cattolica in Palestina».
Probabilmente, l’intenzione del Vaticano è quella di concludere un accordo anche con lo Stato d’Israele.
@MariaLauraSerpi