Sopravvivere con Edoardo Purgatori a un matrimonio pugliese
Durante un matrimonio pugliese può accadere di tutto. I motivi che rendono certa questa affermazione sono sostanzialmente due: 1) è statisticamente ai limiti dell’impossibile che 300 persone chiuse in uno stesso luogo per un tempo che può sfiorare le 15 ore, e ricaricate a intervalli regolari con scariche ipercaloriche di cibo, riescano a mantenere il pieno controllo della propria attività psico-fisica per l’intero corso della maratona nuziale; 2) ogni pugliese che si rispetti ha almeno 10 amici “che sono praticamente come fratelli” sparsi per l’Italia – più un’altra decina nel resto del mondo – pronti ad accorrere nel giorno più importante e dispendioso della vita di una coppia.
La fase più dura della giornata è indiscutibilmente quella che si aggira attorno alla settima ora dal momento della comparsa all’orizzonte della sposa: il coinvolgimento emotivo concretizzatosi nella lacrimuccia in chiesa si è dileguato con il trucco, il brivido di fronte al buffet è svanito insieme ai voulevant al salmone e al trionfo di formaggi, l’ottimismo da antipasto è ormai cosa vecchia e la luce alla fine del tunnel non si intravede. La settima ora è quella in cui ci si trova in uno stato confusionale, quando non si distingue più il secondo primo dal primo secondo, il tempo all’esterno si annulla e si iniziano a fare discorsi nostalgici utilizzando il cibo come indicatore cronologico (“Ti ricordi quando eravamo alla prima portata e fuori ha iniziato a piovere, ecc…”, ad esempio) e tu hai appena realizzato che sei al tavolo con la prozia che davi per morta da una quindicina d’anni circa. A quel punto, mentre aumenta lo sconforto, l’unica speranza per arrivare alla fine e uscirne con dignità è fissare un obiettivo che può essere più o meno ambizioso e andare dal semplice restare coscienti all’ottimizzare il tempo a disposizione rendendo l’esperienza imprevedibilmente fruttuosa. La premessa che ora va fatta è che, chi scrive, quel giorno si sarebbe tranquillamente accontentata di arrivare al taglio della torta senza segni troppo evidenti di cedimento, magari resistendo al richiamo delle ballerine tacco 0,05 nascoste in macchina. Preservando quella dignità di cui si parlava, insomma.
Tuttavia, se ti occupi devotamente di Tv&Costume e al tavolo accanto è seduto Edoardo Purgatori in procinto di iniziare le riprese della nuova stagione di “Un medico in famiglia”, devi fare i conti con quella fastidiosa questione kantiana dell’imperativo categorico e non puoi far altro che sfidare il tuo tasso alcolemico e approfittare della situazione. Nonostante il momento non sia oggettivamente dei migliori (è alla prima – quindi probabilmente traumatica – esperienza ad un matrimonio made in Puglia e la sua Roma ha appena perso contro il Milan di Inzaghi), Edoardo conferma la sua fama di antidivo gentile e disponibile e fa una bella chiacchierata con noi di Lineadiretta24.it.
Le riprese di “Un medico in famiglia 10” sono alle porte. C’è già una data ufficiale per il primo ciak?
Si, cominciamo gli ultimi giorni di luglio, ancora una volta a Cinecittà.
Per la terza stagione consecutiva sarai nel cast, accanto ad Eleonora Cadeddu. Tra le varie anticipazioni che circolano in queste settimane, si parla della fine della storia d’amore tra Anna ed Emiliano. Confermi?
Assolutamente no! Non so come i giornali possano dare per certa questa notizia, considerando che, non avendo ancora avuto i copioni, non lo sappiamo neanche noi. L’unica cosa che posso dire senza alcun dubbio è che quest’anno ci saremo entrambi molto di più che nell’ultima stagione. Poi, considerando il rapporto che c’è tra Emiliano e Anna, è plausibile che un tira e molla sia previsto perché è nella natura stessa della coppia, ma credo che non riuscirebbero a stare lontano l’uno dall’altra.
Pare ormai certo l’attesissimo ritorno di Giulio Scarpati…
Sì, e penso che in qualche modo possa essere legato proprio ad Anna ed Emiliano. In fondo la nona stagione si era conclusa con loro due che raggiungevano il dott. Martini a Parigi, magari rientreranno in Italia tutti insieme!
Se tu non fossi stato Emiliano, c’è un altro personaggio della serie che avresti voluto interpretare?
Non ho dubbi: Er Pasticca, a cui ha dato il volto Elio Germano nella seconda stagione.
Per il personaggio o per Elio Germano?
Per entrambi: adoro Elio Germano e sembra proprio che quel ruolo abbia portato bene!
Come sono i ritmi delle riprese a “Un medico in famiglia”?
Decisamente pesanti. Noi, come del resto gli attori di molte altre fiction italiane, abbiamo tempi serratissimi. Per darvi un’idea: se per un film destinato al cinema si girano ogni giorno una o due pagine al massimo della sceneggiatura, nelle fiction arriviamo a farne anche otto o nove. È fondamentale arrivare sul set preparati e concentrati, però è una gavetta utile e lunga, ogni stagione, sei bellissimi mesi.
Quanto dovranno aspettare i fan della serie prima di vedere i nuovi episodi in tv?
Io credo – ma preciso che è solo una mia supposizione – che sia lecito aspettarli già verso febbraio o marzo. Poi ovviamente dipende dalla Rai e potrebbe slittare anche all’autunno del 2016.
Reciti in diverse lingue, tra cui inglese e tedesco. In cosa credi che l’italiano sia diverso? Ha un punto di forza?
L’italiano è una lingua molto calda e, se la voce dell’attore non è impostata, riesce a trasmettere tanto già solo con il suono delle parole, a prescindere dal loro significato. In inglese e tedesco questo avviene di meno. Inoltre c’è anche un discorso di autorevolezza: per la mia esperienza all’estero, la nostra lingua è invidiata e apprezzata in tutto il mondo. In Germania e in America, ad esempio, la si rispetta perché antica e per la sua tradizione letteraria. Questa cosa esercita ancora un grande fascino.
Curiosità: pare che a casa tua ci sia un premio Oscar…
Si, mia madre! Un giorno, mentre stava facendo la spesa vicino casa nostra, a Roma, è stata fermata da alcuni tizi che facevano street casting per il film “La grande bellezza”. Le hanno fatto delle foto ed è stata presa per l’ormai famosa scena della festa, all’inizio. Sorrentino le ha fatto anche due bei primi piani! E così mia madre a casa, con un colpo solo, ci ha fregato tutti.
Quindi, oltre a continuare ad essere figlio di una madre da Oscar, che progetti hai?
In autunno uscirà il film “La grande rabbia” di Claudio Fragasso, sugli scontri di Tor Sapienza. Proprio ora invece sto girando “Il confine” di Carlo Carlei, in occasione dell’anniversario della Grande Guerra. Poi a luglio, ovviamente, “Un medico in famiglia”, e continuo con uno spettacolo a teatro ancora da definire bene. Sto anche scrivendo un film con mio fratello e un amico, di cui preferisco non dire nulla per adesso, non si sa mai. Ah, dimenticavo: mi vedrete anche in Ben-Hur, tra qualche mese.
Considerando l’agenda di Edoardo Purgatori, i presupposti per una nuova futura intervista ci sono tutti. La prossima volta, magari, a stomaco vuoto davanti ad un pasto ipocalorico.
Twitter: @Ludovica_Lops