Scempio alle opere preziose di Roma
Ennesimo insulto alle meraviglie della Capitale, ora tocca alla Fontana del Tritone, realizzata da Gian Lorenzo Bernini, in piazza Barberini, dove un gruppetto di ragazzini di origine rom, più di una settimana fa, ha passato il pomeriggio tra schizzi e tuffi, con i vestiti appoggiati sul bordo della vasca barocca. I ragazzini hanno fatto il bagno per ore nella fontana prima che una pattuglia dei carabinieri li fermasse e portasse in caserma. Il capolavoro del Bernini era stato ristrutturato poco più di un anno fa.
Questo purtroppo è solo l’ultimo di un atto osceno e terroristico verso le opere e monumenti lasciato dalla storia nella nostra Capitale.
Come poter dimenticare lo scempio accaduto il 19 febbraio di quest’anno, che ad essere danneggiata da dei pazzi olandesi è stata la Fontana della Barcaccia, situata in piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti? Alcuni tifosi del Feyenoord, squadra dell’Eredivisie olandese, sono arrivati nella capitale per assistere al match di Europa League tra la loro squadra e l’A.S. Roma. Diversi i danni riscontrati in aggiunta a quelli già accertati in un primo momento. Sono infatti presenti scalfitture provocate dalle bottiglie di vetro lanciate contro il monumento in diversi punti che, come hanno riferito dei tecnici della Sovrintendenza ai beni culturali, sono da considerarsi “un danno grave anche perché permanente”. Indignati i commenti dei turisti e dei residenti dopo gli incidenti. «Il loro paese -dicono in molti- deve farsi carico dei danni che questi incivili hanno arrecato alla città. Non è possibile devastare così il centro della città. La Fontana era stata restaurata solo qualche mese fa». Il nostro paese sarà mai in grado di farsi pagare i danni dall’Olanda? Difficile.
Ma non sono soltanto le fontane a finire nel mirino dell’inciviltà dei turisti, e dell’incapacità dei nostri amministratori. Anche il Colosseo ha subito diversi scempi: il 7 marzo di quest’anno due giovani turiste statunitense hanno inciso con una moneta le loro iniziali su un muro interno al primo piano del Colosseo. E così, dopo aver compiuto lo sfregio hanno anche scattato una foto ricordo. A notare la scena sono stati alcuni turisti che hanno chiamato gli addetti alla vigilanza. Immediatamente è scattato l’allarme ai carabinieri che hanno denunciato le due turiste, di 21 e 25 anni, per danneggiamento aggravato su edificio di interesse storico e artistico. Era già accaduto alcuni mesi prima, nel novembre del 2014, che un turista russo di 42 anni stesse incidendo una enorme lettera K su un muro interno al Colosseo, servendosi di un sasso. I carabinieri, allora chiamati dal personale della Sovrintendenza, hanno arrestato il responsabile. L’uomo è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa pari a ventimila euro entro tre mesi. Lo aveva deciso il giudice monocratico con un processo per direttissima. Il giudice aveva inoltre dichiarato la pena sospesa, convalidato l’arresto eseguito dai Carabinieri e disposto il ritorno in libertà del turista.
Ancora, ad agosto, altri due ragazzi vengono fermati perchè, con una moneta, stavano incidendo il loro nome su uno dei pilastri del Colosseo. Sono stati così denunciati i due giovani turisti, lui olandese di 25 anni, lei tedesca di 26 anni.
Bisogna capire come mai nella nostra capitale, città aperta a tutti, avvengono questi terrificanti avvenimenti. Come mai non ci sono seri provvedimenti da parte dell’amministrazione e della giustizia stessa? Come mai solo da noi succedono queste cose senza poi punire efficacemente (leggasi: con deterrenza per future nuove occasioni di sfregio) chi viola l’arte, la cultura, la nostra stessa storia? Qualcuno dovrebbe darci le dovute spiegazioni spiegazioni.