Le nuove Direzioni Interregionali del lavoro
Dallo scorso 22 gennaio 2015 assisteremo alla soppressione delle Direzioni regionali del lavoro (DRL), dando vita ad una nuova articolazione degli uffici del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale, portando ad una (auspicabile) semplificazione e trasparenza amministrativa.
Il decreto ministeriale del Lavoro dà attuazione a quanto previsto dall’articolo 14 del Dpcm n. 121 del 14 febbraio 2014 con cui si era prevista una differente ricollocazione degli uffici territoriali. Comprendente 85 uffici dirigenziali di cui quattro Direzioni interregionali del Lavoro. Con il medesimo decreto si prevedeva l’istituzione di tali uffici tramite l’emanazione di una o più decreti ministeriali entro 90 giorni.
Le soppresse Direzioni regionali che, secondo la precedente erano ubicate nei vari capoluoghi di regione. Le predette saranno sostituite da quattro Dil, aventi sede nell’Italia settentrionale (due), nell’Italia centrale (una), nell’Italia meridionale (1).
I compiti affidati alle Direzioni Interregionali del Lavoro vertono sul coordinamento tramite piani di intervento, anche tramite iniziative di vigilanza congiunta.
Tra le competenze amministrative delle Dil, si possono annoverare, oltre alle “classiche” competenze relative ai ricorsi avverso i verbali ispettivi ed i provvedimento in materia di accesso anticipato al pensionamento, anche la funzione di rilevamento e monitoraggio dei livelli trasparenza, integrità ed imparzialità dell’azione istituzionale, nonché in materia di corruzione.
Alle Dtl, invece, vengono affidati compiti volti al miglioramento degli standard di qualità dei servizi e alla promozione delle pari opportunità, nonché compiti di attività ispettiva vera e propria.
Inoltre le Dtl provvederanno alla mediazione delle controversie del lavoro, alla trattazione delle controversie collettive in materia di integrazione salariale, mobilità e contratti di solidarietà.