Chiudono gli ospedali psichiatrici giudiziari
La domanda che tutti si sono posti è che fine faranno i circa 700 detenuti, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici criminali. Che fine farà, ad esempio,la badante ucraina che ha ucciso il signore anziano per il quale lavorava, spinta dai vampiri? A partire dal 31 marzo, anche il cosiddetto “cannibale di Salerno”, cioè Lino Renzi, l’uomo che ha ucciso e poi divorato i resti della propria madre, potrebbe tornare un uomo libero per mancanza di strutture in grado di accoglierlo. È una situazione alquanto paradossale. Entra in vigore la legge, dopo che già era stata proposta e infine approvata, che prevede la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Gli internati saranno dimessi o affidati a strutture dedicate, le cosiddette Rems, residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza preventive, ma alcune regioni sembrano in ritardo, e dunque, la domanda che sorge spontanea è, come si agirà nel caso delle regioni in cui ancora non ci sono le Rems?. Scatta oggi il provvedimento che chiude definitivamente le porte degli ultimi manicomi italiani. Scaduta infatti la proroga voluta dalla Camera (la terza in due anni), oggi entra in vigore la legge n°81 del 2014, che prevede il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (o Opg), dove fino a oggi venivano ancora rinchiusi i pazienti psichiatrici autori di reati, ovviamente con gravi malattie mentali, in favore di struttura di carattere prettamente sanitario, ribattezzate Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive (Rems). Una legge nata dagli scandali che nel 2010 avevano portato alla luce le gravi condizioni a cui erano soggetti (con pochissime eccezioni) i detenuti degli Opg Italiani, e che aveva stabilito la necessità di un nuovo assetto, che affidasse dove possibile, la gestione dei pazienti, in maniera specifica, a delle strutture sanitarie regionali, destinando alle Rems (che saranno comunque strutture sanitarie e non detentive) unicamente i soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Restano però ancora alcuni dubbi da chiarire su come avverrà la transizione e il passaggio, dato che non tutte le regioni sembrano attrezzate a questo cambiamento, e addirittura, sembrerebbe che per alcuni internati ci sia un periodo di passaggio da passare nelle normali carceri, che ovviamente non possono tener conto del fatto, che non stiamo parlando di semplici detenuti.
Fino a oggi in Italia erano ancora attivi sei ospedali psichiatrici giudiziari, in cui erano ospitati circa 700 detenuti. Di questi, 450 dovrebbero essere destinati alle nuove Rems, mentre per gli altri è prevista la dimissione, e l’inserimento all’interno di percorsi terapeutici personalizzati. Anche le problematiche relative alla questione delle dimissioni però non sono ancora chiare: “Il problema più urgente da risolvere ora riguarda in particolare le persone che non hanno più famiglia e gli internati stranieri (circa 130 persone)“, ha ricordato il deputato Pd Edoardo Patriarca. Il comitato che ha incentivato la struttura degli ospedali psichiatrici, inoltre insiste sul fatto di controllare che le Rems non diventino come gli ospedali psichiatrici, ovvero strutture detentive stabili dove abbandonare i pazienti psichiatrici considerati pericolosi. “Le Rems devono essere strutture transitorie e, via via, diventare residuali“, ha ricordato ieri su Rai News Stefano Cecconi, coordinatore della campagna di StopOpg. I sei Ospedali psichiatrici ancora attivi sono localizzati in cinque regioni, ovvero Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Sicilia, e non tutte hanno già stabilito dove sorgeranno le nuove Rems. Quindi, ad oggi c’è la sicurezza che gli ospedali psichiatrici sono stati chiusi ufficialmente, ma i detenuti al loro interno con seri problemi, non si sa precisamente dove andranno. Quello lombardo ha sede a Castiglione delle Stiviere, e per ora è l’unico che dovrebbe rimanere nella stessa sede ed essere interamente riconvertito in una struttura di assistenza sanitaria. A Reggio Emilia c’è una struttura che ospita circa 130 internati, dei quali 40 dell’Emilia-Romagna. La Regione ha annunciato per ora che i 40 internati di competenza resteranno a Parma e a Bologna, in attesa di una struttura Rems che dovrebbe sorgere a Reggio Emilia. Mentre l’ospedale psichiatrico in Toscana ha la sua sede a Montelupo Fiorentino. Mentre il destino di quest’altra struttura non è ancora molto chiaro e la direttrice, Antonella Tuoni, ha speiegato che non le erano ancora arrivate indicazioni sul trasferimento dei detenuti. Nel pomeriggio la regione ha reso note le sei residenze in cui saranno indirizzati gli internati, ma resta da chiarire se queste saranno operative già da domani.
L’ospedale psichiatrico siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto dovrebbe chiudere per tempo, invece, ma anche qui il destino dei detenuti non è chiaro. Gli internati sono 165, ma le Rems preparate a Naso (Messina) e Caltagirone (Catania) non dovrebbero poter ospitare più di 20 pazienti. Bisogna ricordare che prima di tutto, nonostante i problemi mentali, si tratta di persone, che magari non hanno più una casa o una famiglia ad accoglierli. Dunque la questione è molto delicata.
Inoltre, in Campania, sono presenti due ospedali psichiatrici: uno ad Aversa (104 internati), e uno a Napoli (87). Le Rems campane dovrebbero sorgere a Calvi Risorta (nel casertano) e ad Avellino, ma per l’apertura bisognerà aspettare mesi, visto che si parla di settembre per la prima e maggio per la seconda e dunque non sono ancora pronte.