Che Dio ci aiuti. Quando la reunion è pazzeschissima!
Che cosa fanno una protagonista della storia dello spettacolo del nostro paese, uno degli attori più gettonati del momento, un’ex miss Italia, alcune giovanissime promesse della televisione e oltre 300 persone molto, molto felici tra le quattro mura di uno stesso luogo? No, non è l’inizio di una storiella divertente ma una vera domanda con un’unica, semplice risposta: partecipano a un raduno. Un raduno è un po’ come il bagno di notte a ferragosto. Alcuni si immergono impavidi, altri, più prudenti, guardano da fuori con curiosità bagnando lentamente un piede, altri ancora si fermano a riva con una buona dose di scetticismo; in ogni caso tutti, una volta entrati, vengono letteralmente travolti. Nello specifico, il vortice acquatico in questione è quello di una delle serie tv più acchiappa-spettatori degli ultimi anni e quella protagonista è Valeria Fabrizi, quell’attore Lino Guanciale, quell’ex miss Italia Francesca Chillemi, alcune di quelle giovanissime promesse Neva Leoni e Sofia Panizzi e quelle persone i loro fan. Lineadiretta24.it si è tuffata per voi nel mondo di Che Dio ci aiuti.
Se a questo punto siete abbastanza curiosi da volere qualche informazione in più sull’evento, sappiate che tutto, ma proprio tutto, ha contribuito a renderlo celestiale. Dalla location (il Teatro dell’Angelo), alla posizione (all’ombra del Cupolone), al giorno (la vigilia della domenica delle Palme). E così, mentre i romani si preparavano alla Settimana santa, centinaia di ragazzi – e non solo – festeggiavano “l’Angolo divino” più famoso della tv degli ultimi anni (con buona pace di Don Matteo). Descrivere un raduno non è affatto una cosa facile: mentre qualcosa accade sul palco davanti a te, altre dieci ne succedono in platea. Quindi, per pura praticità, stabiliamo due differenti momenti del pomeriggio a cui assegneremo nomi dal sapore epocale: memorie e assalto. Il momento “memorie” è una passeggiata sul viale dei ricordi della fiction che spettatori e attori fanno insieme. È la parte in cui il pubblico è ordinatamente seduto e i protagonisti raccontano aneddoti dal set, parlano della propria esperienza, guardano scene andate in onda e confermano anche ai più scettici di essere persone in carne ed ossa. È qui che Valeria Fabrizi tira fuori l’intrattenitrice (e l’amante di barzellette potenzialmente vietate ai minori di 14 anni) che è in lei, che Lino Guanciale e Francesca Chillemi dimostrano che si può tranquillamente improvvisare una scena interpretata mesi prima e che un bambino, il piccolo Cesare Kristian Favoino – l’assente più presente dell’evento – tiene banco in vivavoce, si scusa per non essere venuto perché lontano da Roma e appena tornato dal catechismo, e dimostra che esistono ancora genitori di enfant prodige non invasati dal successo dei propri pargoli. Da quanto detto fino ad ora, il dato incontestabile che emerge è che il presupposto necessario della buona riuscita del momento “memorie” è la presenza degli attori. E in questo caso, come avete potuto intuire, gli attori c’erano ed erano tra i più amati della serie.
Fase 2: l’assalto. L’assalto è l’ora X, quella in cui gli idoli scendono nell’arena (letteralmente: passano dal palco alla platea) e si gettano nelle amorevoli fauci (letteralmente: braccia) degli ammiratori. La scena che si prospetta davanti è un inno alla pazienza: dei fan nella lunga attesa di un selfie o un autografo, degli attori che stoicamente si concedono, e di noi di Lineadiretta24.it che attendiamo il momento giusto per intercettare e fare qualche veloce domanda ad alcuni di loro. La precedenza spetta di diritto – non per anzianità ma per il rispetto che la sua decennale carriera merita – alla mitica Valeria Fabrizi. In un momento di pausa “per riposare occhi e mano” le chiediamo che effetto le abbia fatto vedersi in abito monacale (sorte toccata a lei ed Elena Sofia Ricci); la sua risposta?
«Nessuna perché io sono cresciuta con le suore in collegio e poi insegno il balletto ai bambini dalle suore spagnole, olé, quindi è stato molto normale, familiare».
Da una veterana alla principale new entry di questa terza stagione Neva Leoni.
Neva, il percorso del tuo personaggio è tutto in salita, arriva dopo due anni di programmazione in un gruppo già formato e si scontra immediatamente con l’adorata Azzurra – Francesca Chillemi. Oggi però sei tra le più richieste dai fan, segno che la tua Rosa è riuscita a farsi amare…
«Devo dire che è vero, il mio ingresso è stato faticoso. C’è gente che dopo le prime puntate ha minacciato di mettermi sotto con la macchina e sono molto sollevata nel costatare che nessuno l’abbia poi fatto! Credo che l’affetto che il pubblico è riuscito a provare per Rosa, dopo un inizio in cui lei non ha mostrato proprio il meglio di sé, dipenda dal fatto che, nella sua evoluzione, si scopre essere molto dolce, una ragazza che ha avuto una vita difficile e triste. Si capisce che la sua diffidenza verso gli altri dipende dal suo passato e forse è proprio la sofferenza che emerge che porta gli spettatori a non condannarla completamente, anche quando fa qualcosa di poco corretto. E poi c’è da dire che le gatte morte sanno essere simpatiche!»
Salutata Neva Leoni, ci avviciniamo impavidi all’accerchiatissima Francesca Chillemi. Dopo 20 minuti di attesa e molte scuse per averle bloccato armati di registratore l’unica via d’accesso per il ritorno sul palco, ecco la domanda che riusciamo a rivolgerle:
L’evoluzione di Azzurra Leonardi è stata costante in queste tre stagioni e, in ognuna, si è dimostrata sempre più matura e consapevole, facendo un buon numero di cose intelligenti. C’è un momento del suo percorso che ti ha reso più fiera di lei?
«Non un solo momento, è il percorso stesso, nella sua completezza, a rendermi orgogliosa di questo personaggio. Lei inizia come una ragazza viziata e molto sola, alla costante ricerca dell’affetto del padre. Poi cambia totalmente vita, entra in questo convento e trova l’amore, quello vero. Nel tempo si conosce meglio, cresce, scopre l’importanza dell’amicizia e soprattutto che l’affetto non bisogna elemosinarlo ma te lo posso dare anche persone che non avresti mai pensato. Realizza che ci può essere una famiglia al di là dei legami di sangue e questo la rende più forte. In fondo, è un po’ il percorso che dovremmo fare tutti, entrando ogni giorno in contatto con persone diverse. È impossibile non identificarsi, almeno un po’, con lei. Io l’adoro».
Approfittando della sua disponibilità, le chiediamo ancora:
La realizzazione della quarta stagione sembra sempre più sicura. Cosa auguri al tuo personaggio?
«Spero che possa sperimentare qualche emozione nuova, qualche legame diverso da quelli da lei avuti. Magari date qualche suggerimento voi agli sceneggiatori!».
Abbracciando la filosofia del dulcis in fundo, l’ultima tappa del tour è con Lino Guanciale ma per conoscere le risposte dell’attuale protagonista del successo di Rai 1 “La dama velata” dovrete attendere qualche giorno e scoprirle nell’articolo che Lineadiretta24.it dedicherà interamente a lui. Accanto a loro, a questi volti ormai familiari e amati della nostra televisione, ecco ragazzi di tutte le età provenienti da ogni regione italiana con genitori almeno apparentemente non troppo dispiaciuti di aver dovuto scortare lì la loro progenie. Se siete tra gli sfortunati a cui non è toccata in sorte la condizione di “fan” di una qualsiasi cosa, quella possibilità di condividere una passione e di fare chilometri per sostenerla, starete pensando che l’entusiasmo di questi giovani telespettatori è vacuo e che gli attori potrebbero usare diversamente la loro visibilità. Fermatevi subito, non è così. Perché tra autografi, selfie e urla di gioia hanno girovagato tra il pubblico in cerca di volontari (volontari che ricevono un “grazie” in denaro, per l’esattezza) i rappresentanti di “Farfalle nello stomaco”, l’associazione di promozione sociale che sostiene le case famiglia dell’Antoniano di Roma e che, proprio come i protagonisti di “Che Dio ci aiuti”, si occupa dei bambini senza famiglia o lontani da essa.
Sabato 28 marzo, in un angolo di Roma, è successo tutto questo. Ecco allora per voi una nuova domanda: che cosa fanno due giovanissimi organizzatori – Lilly Della Balda e Riccardo Gurrieri, ormai veterani del settore (erano firmati da loro anche i raduni settembrini de “Un medico in famiglia” e “I Cesaroni”) – un teatro pieno di persone accorse da ogni angolo d’Italia e attori che non si sono limitati semplicemente a presenziare ma si sono buttati nella folla? La risposta, ancora una volta, è semplice: danno vita ad “Un pazzeschissimo raduno”.