Elizabeth Warren, un’avversaria per Hillary Clinton?
«I democratici commetterebbero un errore enorme se permettessero a Hillary Clinton di correre per le presidenziali senza una reale opposizione». È con queste parole che esordisce l’editoriale del Boston Globe in cui si invita Elizabeth Warren a competere per la presidenza degli Stati Uniti.
La senatrice del Massachusetts vanta un curriculum di tutto rispetto: è stata, tra le altre cose, docente di diritto ad Harvard e ha diretto il Congressional Oversight Panel, l’organo preposto al monitoraggio delle iniziative per stabilizzare l’economia americana. È, tuttavia, per via dell’operato a tutela dei cittadini dalle speculazioni degli istituti finanziari che si è guadagnata sia il rispetto di Obama, che l’aveva messa a capo del bureau a salvaguardia dei risparmiatori, che l’interesse dei media, alcuni dei quali le chiedono a viva voce di correre per la Casa Bianca. La richiesta è pervenuta formalmente attraverso il quotidiano di proprietà del New York Times, ma era da tempo che organizzazioni come MoveOn e Democracy for America invocavano la candidatura della Senatrice. Il Boston Globe così prosegue: «Contrariamente a Clinton o a potenziali candidati repubblicani, Warren ha come priorità il sanamento del divario economico».
La senatrice è una fervida sostenitrice dello Stato sociale e di una più equa redistribuzione dei contributi, come si evince dal un noto discorso sulla «giusta tassazione» tenuto durante la campagna elettorale del 2011: «Nessuno in questo Paese è diventato ricco da solo. Nessuno. Hai messo in piedi un’azienda? Bravo! Ma voglio essere chiara. Hai trasportato i tuoi beni su strade per cui tutti noi abbiamo pagato. Hai assunto dei lavoratori la cui istruzione è stata pagata da noi. La tua azienda è sicura grazie alle forze di polizia e ai pompieri pagati con i soldi di tutti noi […] Tieni per te una grossa fetta di quello che hai guadagnato. Ma parte del contratto sociale che sta dietro a tutto questo richiede che tu prenda una parte dei tuoi guadagni e li metta a disposizione del prossimo ragazzo che si presenti sulla scena».
Una sua eventuale candidatura – che, peraltro, lei non ha mai confermato – smuoverebbe le acque del fronte democratico, ma non costituirebbe necessariamente una fondata minaccia per Hillary Clinton. Se Warren, difatti, vanta una crescente popolarità nella sinistra più progressista per via della sua lotta contro i poteri forti, Clinton possiede un’esperienza ben più vasta in materia di affari esteri, acquisita durante il mandato di Segretario di Stato. Ad oggi l’ex first lady non ha ancora annunciato ufficialmente di correre per la Casa Bianca e Warren continua a negare qualunque velleità di succedere a Barack Obama. I giochi per le presidenziali del 2016 rimangono aperti. Vinca la migliore.
Twitter: claudia_pulchra