Ne i Cesaroni 6 era Chiara, in Che Dio ci Aiuti 3 Alice: nella vita di tutti i giorni Sofia Panizzi è una ragazza semplice, acqua e sapone, con dei modi molto educati e la voce che lascia trapelare un velo di timidezza. Sofia ci ha raccontato le sue esperienze televisive e ci ha parlato del suo imminente debutto a teatro.

 

Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione?

Ho iniziato un po’ per caso all’età di otto anni. Mia sorella dopo aver partecipato a una rappresentazione teatrale scolastica aveva deciso di frequentare una scuola, così andammo a chiedere informazioni presso una struttura dove c’era la possibilità di fare anche musical. Mi è sempre piaciuto tantissimo cantare e ballare così ho iniziato proprio con il musical. Ho continuato sempre con la stessa insegnante per sette anni fino a che lei stessa non mi ha spronato a fare nuove esperienze, così mi sono iscritta a un’agenzia di cinema e ho iniziato a fare dei provini. L’impatto è stato forte, nonostante fosse quello che desideravo fare l’agitazione inizialmente era tanta. Dopo cinque mesi di provini che mi sono serviti molto, a novembre dello scorso anno ho fatto il casting per I Cesaroni e nonostante fosse per una piccola parte sono stata felicissima di essere stata scelta tra tante altre ragazze. Nel febbraio successivo sono stata presa per una parte in Che Dio ci Aiuti, così dopo aver finito le riprese per I Cesaroni ad aprile ho iniziato subito con la fiction di Rai 1. È stato un anno molto intenso e infatti oggi sento molto la mancanza del set.

In che Dio ci Aiuti hai interpretato il ruolo di Alice, una studentessa anticonformista dal carattere un po’ particolare; mentre ne I Cesaroni Chiara. Due personaggi opposti, in quale dei due ti rispecchi di più?

Il personaggio di Chiara non mi rispecchia molto, preferisco il carattere di Alice che è molto più forte e a tratti anche un po’ maschile; questo ruolo mi ha anche messo alla prova dato che ho dovuto interpretare delle parti drammatiche e questo mi è piaciuto molto. Anche interpretare Chiara è stata una bella esperienza senza dubbio, ma ancora più sorprendente è il rapporto che si è instaurato con i membri della troupe di entrambe le fiction. Durante le riprese erano come una seconda famiglia e con molti di loro ancora ci sentiamo.

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Tra poco debutterai a teatro con Il Marito di mio Figlio: di cosa parla questo spettacolo?

Diretto da Massimiliano Martini che ne cura la regia, Il Marito di Mio Figlio parla di due ragazzi che devono confessare ai genitori che vogliono sposarsi, i genitori sono delle persone sui generis e uno di loro dopo essersi opposto fermamente al matrimonio scopre di essere gay, proprio come il figlio. Il mio personaggio è una ragazza che viene pagata dalla madre di uno dei ragazzi per far innamorare il figlio di lei e farlo diventare etero. Lei fa quello che le viene chiesto scoprendo che il ragazzo che deve far innamorare è il suo ex. È una commedia degli equivoci, dovrà avere un ritmo molto serrato e rubare una risata dopo l’altra. È la prima volta che lavoro con questa compagnia che si chiama Gusti Misti, e nonostante siano tutti più grandi di me mi trovo molto bene; diciamo che è un po’ la storia della mia vita, mi trovo sempre a collaborare con delle persone più grandi. Il personaggio che interpreto è una cosa nuova per me dato che è molto femminile, mentre io mi sono sempre trovata ad interpretare personaggi androgeni. Basti pensare che a 15 anni ho interpretato Zio Fester. Debutteremo al Teatro Trastevere dal 10 al 15 marzo.

Oggi, dopo le esperienze che hai fatto, ti vedi di più dietro una telecamera o su un palco?

Onestamente amo molto di più fare teatro, il contatto con il pubblico è più diretto e hai subito un riscontro del tuo lavoro. Il cinema è un po’ più imbarazzante, spesso il pubblico ti idealizza e ti vede grande quando invece io per esempio mi sento una ragazza come le altre. In ogni caso sono molto felice di quello che ho ottenuto fino ad oggi e sicuramente recitare è quello che voglio fare nella mia vita.