Massimo Ferrero: “‘Zamparone’ è un signore molto maldestro. C’ha una marana sotto casa dove aspetta di veder passare il mio cadavere”
A seguito del recente, “vivace scambio di opinioni a distanza” tra il Presidente del Palermo Zamparini e il Presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, il “Viperetta” interviene ai microfoni di “Te la do io Tokyo” – sui 101.5 FM di Centro Suono Sport – per commentare l’accaduto.
“Zamparini è un signore molto maldestro. Mi ha dato dello ‘sciacallo’, ieri, su Tuttosport; dice che io gli ho preso un calciatore”.
Gli chiediamo, allora, come siano andate le cose, in relazione all’affare Barreto.
“La mia spontaneità è vera – ci risponde – io non faccio Calcio, ma vengo da un mondo che per certi versi è uguale. La mattina, quando mi sveglio, mi guardo e mi dico “quanto sei forte!“: io non pugnalo nessuno alle spalle.
A Sanremo ho saputo che i miei ragazzi stavano contattando l’agente di Barreto. Io ho chiamato Zamparini. Poi gli abbiamo scritto una lettera. E ora, ‘sciacallo’…”
E’ un fiume in piena, a questo punto, Ferrero. Che, sempre con quella sua follia gentile, quel suo gusto nell’esagerare, aggiunge: “ Zamparini parla sempre di me: si sarà innamorato di me! O avrà bisogno di pubblicità.
C’avrà un fiume, una marana sotto casa dove aspetta di veder passare il mio cadavere.
Ma deve stare attento con le parole: tutti gli passano tutto, ma io non più”.
Poi il tocco di genio: “Zamparini, essendo un uomo di calcio da tanto tempo, si vanta di essere un intenditore. Invece di parlare di me, allora, dovrebbe stare attento a quando gli scadono i calciatori”.
“Con Zamparone – lo chiama proprio così – io sono stato leale e l’ho chiamato. Non gli permetto di dire certe cose. Ma chi lo conosce, io non l’ho visto mai…
E’ un uomo vintage, non dico anziano, ma l’età dovrebbe far riflettere. Si sente potente, ma pensasse al suo Dybala che se gli scade pure lui, poi si spara”.
Quindi si dedica alla sua amata Samp: “Noi abbiamo la passione, pensiamo a giocare il calcio. La devono piantare di strillare… In questo calcio urlato, i Presidenti devono dare l’esempio alla tifoseria. Riportare le persone allo stadio: da Calciopoli a oggi sapete quanti tifosi e biglietti abbiamo perso?”
Alla domanda diretta sul futuro del suo allenatore, Ferrero non ha dubbi: “Sinisa non scappa. Non sono io a tenere lui: è lui che tiene me”.
Ineludibile, poi, una domanda sulla Roma, perché – come rimarca anche oggi – “io sono arrivato ‘a Sampdoria’ con la testa Sampdoriana ma col cuore Giallorosso”. In particolare, gli chiediamo un’opinione sulle parole del Presidente Pallotta, che ha dichiarato che i tifosi critici nei confronti della squadra non sarebbero veri supporters.
“Chi paga il biglietto e ama i suoi colori ha diritto di rispondere e di parlare. Noi pretendiamo da ‘sti lupetti qualcosa di eccelso; questi so’ figli de mamma, so’ bravi. Hanno un po’ di delusione e si esprimono come vogliono loro. Noi ci dobbiamo aspettare che il tifoso si esprima da tifoso. Ma chi paga il biglietto ha il diritto di parlare”.
Una parola anche su Sabatini, poi, definito “Uno che si assume le responsabilità, un grande conoscitore di calcio nazionale e internazionale”. A lui vanno i complimenti di Ferrero. E su Romagnoli: “farò di tutto per tenerlo, è figlio mio”.
Eto’o – domandiamo – è un affare per la Samp o è un gesto d’amore?
“Se parliamo di sport non parliamo di affari. Eto’o è un mito. Io volevo portare un grande Campione e con lui ci siamo subito capiti. Quando inizierà a giocare, sarà un affare per tutto il calcio italiano”.
Ma l’idea di fondo, per la sua Sampdoria, risiede altrove: “Pensiamo a costruire i vivai! La situazione dei nostri calciatori è come quella degli scienziati: un grande dottore per avere un riconoscimento deve andare a Londra. E, invece, no: diamo spazio!
Io ho messo su la Sampdoria generation: sto andando in tutti i rioni d’Italia e sto mandando i miei ragazzi nelle scuole calcio. Regalo kit e magliette a chi ha bisogno, sostengo i club, faccio tutti piccoli-grandi vivai. Perché ci sono ragazzi di prospettiva che non sono figli di, né amici di, ma oggi se non conosci qualcuno…”
Importante, per concludere, la questione dello stadio. “Tra una settimana, faremo una conferenza stampa seria. Perché firmeremo per quello che sarà il nuovo stadio‘ di SAMPGENOA’. Ho chiamato Preziosi, faremo un progetto finanziario tramite fondi di investimento. Con una 20na di milioni, faremo lo stadio più bello d’Europa; perché lo stadio deve vivere 7 giorni”.
“Ora vi devo salutare” – ci dice improvvisamente con rammarico e con quel suo fare cerimonioso. Sentiamo il pianto di un bambino in sottofondo:
“Si si – aggiunge – sono un presidente tato”.