Totoquirinale: tutti i nomi in lizza
La corsa al Colle continua a preoccupare i grandi elettori. Certo è che il clima in Parlamento cambia ad ogni folata di vento. Dopo l’impasse che ha portato all’approvazione dell’emendamento canguro sulla legge elettorale, classico esempio di “sereno” scavalcamento del dialogo parlamentare da parte del Governo, sarà difficile credere che questo non avrà alcun impatto sull’ elezione del prossimo inquilino al Quirinale. La sensazione è che Renzi da buon fiorentino abbia scelto i suoi “compagni di merende” e che tale scelta sia caduta su binomio Berlusconi-Alfano e su quel Patto del Nazareno dai tratti sempre meno incerti.
il Toto Quirinale, tuttavia, ha già iniziato il countdown. Già dal 10 novembre gli ingranaggi hanno cominciato a muoversi in un elenco infinito di nomi tra i quali figuravano Walter Veltroni, Emma Bonino, Romano Prodi, Roberta Pinotti sino a Giuliano Amato, Mario Draghi, Mario Monti, Pierferdinando Casini, Anna Finocchiaro e Piero Fassino. Nomi rimasti in piedi sino al 2 gennaio data in cui poi, sull’Espresso farà capolino un altro volto noto degli ultimi tempi: Raffaele Cantone, magistrato fortemente voluto da Renzi a capo dell’Autorità nazionale anticorruzione. Nel corso del crocevia le ipotesi continueranno a imperversare tant’è che il calderone si arricchirà ulteriormante dei nomi di: Piero Grasso e Laura Boldrini. Dal 9 gennaio in poi però, quasi tutti i quotidiani punteranno inequivocabilmente su Romano Prodi, l’ex Premier vittima dello scandalo dopo esser stato cassato in seduta comune dalla stessa maggioranza PD che lo aveva proposto, per poi non votarlo. Sarà tuttavia lo stesso professore a sfilarsi dalla corsa il 16 gennaio dove, ai microfoni di Radio Radicale, dichiarerà: “ Ho già fatto le mie dichiarazioni. Sto passando una fase molto interessante e creativa della mia vita, non voglio più essere in mezzo a queste tensioni e vivere altre delusioni”. Lo stesso giorno, d’altra parte, il Fatto Quotidiano pubblicherà proprio un’indiscrezione interna al Partito Democratico nel cui seno le varie correnti avrebbero già definito i propri nomi: i Popolari di Fioroni indicherebbero come prescelto Sergio Mattarella ( giudice della Corte Costituzionale), i giovani turchi punterebbero su Anna Finocchiaro e su Giuliano Amato, l’area riformista di Bersani invece sempre su Prodi o in alternativa Massimo D’Alema mentre i renziani DOC, i più incisivi, farebbero largo ad una nomina Veltroni. Queste le dinamiche sino al 16 gennaio. Il 20 infatti il sito Dagospia, pubblicherà l’indiscrezione di un’incontro tra il Premier e Silvio Berlusconi per arrivare ad una prima rosa di papabili tra cui risulterebbero come più accreditati da Matteo Renzi: Anna Finocchiaro e Sergio Mattarella. Chi dice donna dice danno, chi dice Silvio dice inganno, infatti, sarà proprio Berlusconi a stupire il giorno seguente ad una riunione con i deputati del suo partito lanciando, a sorpresa il nome dell’ex ministro della difesa Antonio Martino. L’uomo definito in queste ultime ore la tessera numero due di Forza Italia, tuttavia, avrebbe accolto con un certo stupore la sua candidatura, tanto da affermare ai microfoni della Zanzara: “ Io candidato? Non so nulla, mi sembra uno scherzo da prete”.
Tra i possibili candidati delle opposizioni spuntano, invece, per il M5S il giudice Ferdinando Imposimato mentre dal lato Lega alcun nome risulta pervenuto. Il totoquirinale d’altronde è una giostra che gira, un gioco sottile per carpire gli umori interni e quelli esterni nonché un tritacarne efficace, rapido per bruciare candidati che spesso non verranno eletti. Non resta quindi che aspettare l’ormai prossimo 29 gennaio data che aprirà le danze alle alleanze. Nel frattempo si può lasciar spazio ad un sorriso per osservare come sul web impazzino le candidature di Giancarlo Magalli e Gianni Morandi. Un modo per lanciare un messaggio di rottura a chi perso nei meandri degli accordi last minute spesso dimentica cosa significa, ormai in letteratura, essere Capo dello Stato: rappresentare l’unità nazionale.