Roma – Juve: questione di mentalità

Il doppio scontro in vetta alla classifica costituiva per la Roma un’ occasione unica per superare la Juventus che, poco a poco, aveva già perso terreno nei turni precedenti. Nell’ entusiasmante derby capitolino, invece, la Roma ha rischiato di sciupare tutto ed è rimasta in gara solamente grazie alla doppietta di Totti. La Juventus invece, quando il gioco si fa duro non sbaglia mai un colpo. La vittoria per 3 a 1 contro in Napoli ha riportato i giallorossi a 3 punti di distacco. Questione di mentalità.

La giornata di Serie A che si è appena conclusa è stata senz’ altro una delle più interessanti dell’ intera giornata. Gli occhi erano puntati al doppio scontro in vetta alla classifica: derby capitolino tra seconda e terza forza del campionato, seguito dall’ entusiasmante Napoli – Juve, in uno stadio gremito di tifosi partenopei . Quale migliore occasione per la Roma di superare la Juventus? Al San Paolo, la squadra di Allegri non ha potuto nemmeno godere del sostegno dei propri tifosi a causa della chiusura del settore ospiti per questioni di sicurezza. Un fattore che, se unito alla pressione data dalla consapevolezza di aver perso troppo terreno nelle ultime gare e al valore tecnico di Higuain e compagni, poteva giocare un brutto scherzo alla Juventus. In casa Roma invece, sulla carta doveva essere tutto più facile. Nonostante le prestazioni poco brillanti delle giornate precedenti, la squadra di Rudi Garcia è riuscita a tenere il passo scudetto vincendo con tutti i mezzi possibili e ieri, con altrettanto cinismo, era arrivato il momento più importante del girone di andata: un derby che poteva valere il sorpasso sui bianconeri. Come spesso accade alla squadra giallorossa però, anche ieri le gambe hanno iniziato a tremare proprio nel match decisivo contro gli odiati cugini laziali. E’ successo in Champions ( prima a Mosca con la qualificazione in mano, poi all’ Olimpico con il Manchester City ) ed è accaduto di nuovo contro la Lazio. La squadra di Pioli ha messo in serie difficoltà una Roma irriconoscibile, senza idee ( e soprattutto senza punte, considerando la posizione arretrata di Totti ed Iturbe ), in balia delle incursioni degli esterni biancocelesti e del solito Mauri che ha aperto le danze dopo pochi minuti. Sotto di due gol, nella ripresa Garcia ha pensato bene di spostare le pedine sullo scacchiere schierando un 4-2-3-1 con l’ intenzione però di creare densità nell’ area avversaria, deserta fino a quel momento. Se poi nell’ area avversaria non metti una pedina qualsiasi, ma Francesco Totti, il risultato è assicurato. Totti ha siglato una splendida doppietta che ha permesso alla Roma di rimanere in corsa nella lotta scudetto, un punto d’ oro per come è stato ottenuto, ma che lascia l’ amaro in bocca per non aver sfruttato l’ occasione più ghiotta del girone d’ andata.

I bianconeri, invece, queste occasioni non le sprecano mai. Anzi, dopo aver visto il pareggio tra Roma e Lazio, hanno colto al balzo l’ opportunità di allungare a tre punti il distacco dagli inseguitori. Prima un euro-gol di Pogba, poi Caceres ( dopo il momentaneo pareggio di Britos ) e per concludere un gol strabiliante di Vidal. Diciamolo, il gol di Caceres era da annullare per fuorigioco, ma stavolta non vanno cercate scuse. Se fino a ieri la discrepanza di punti tra Juventus e Roma si poteva attribuire alle evidentissime sviste arbitrali di Torino, stavolta è giustificata dall’ unica vera differenza tra i due organici: la mentalità. Con la giusta mentalità, la Roma sarebbe partita con un piglio diverso già dal primo tempo e, magari, avrebbe anche vinto, mettendo seriamente sotto pressione i bianconeri. Al San Paolo invece, in una bolgia di tifosi napoletani pronti a strappare un altro titolo agli avversari, l’ approccio alla partita della Juventus è stato quello giusto e i tre punti in un modo o nell’ altro sono arrivati. E non è un caso se, a tenere in corsa la Roma sia stato proprio Francesco Totti, con un gol in sforbiciata che non è stato solamente segnato, ma preteso. E’ questione di mentalità. Morale della favola: lo scudetto non lo vincerà la squadra più forte, ma la più determinata.