La Corte di Giustizia Europea detta le regole per il calcolo delle ferie

Una pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea potrebbe portare le aziende a riformulare le modalità di calcolo della retribuzione corrisposta ai loro dipendenti nei giorni di assenza per ferie, nonché portare i giudici a decidere di adeguarsi alla sentenza europea e dichiarare nulle o disapplicare le clausole contrarie presenti nei Ccnl.

La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza emessa il 22 maggio 2014 nella causa C-539-12, ha stabilito che “non sono conformi al diritto comunitario disposizioni e prassi degli Stati membri che prevedano un computo della retribuzione feriale del dipendente basata esclusivamente sullo stipendio base”.

Secondo la Corte, durante il periodo di ferie, il lavoratore deve percepire una remunerazione determinata considerando tutti gli elementi che rientrano nel calcolo della retribuzione globale di fatto (compresa quindi l’incidenza di eventuali bonus e/o parte variabile), escludendo però da tale calcolo elementi diretti a coprire eventuali costi occasionali o accessori.

Secondo un orientamento oramai consolidato della Cassazione, le sentenze della Corte di giustizia hanno valore di ulteriore fonte del diritto comunitario, con efficacia erga omnes nell’ambito degli Stati membri.

Pertanto, il giudice nazionale adito dovrà disapplicare le norme interne confliggenti con quelle comunitarie.

I Giudici nostrani, nelle pronunce precedenti alla sentenza in questione, hanno ritenuto di poter inserirsi, nella base di calcolo per la retribuzione del periodo feriale, soltanto le voci che il contratto collettivo nazionale di lavoro di volta in volta applicato prevedeva.

La decisione della Corte di giustizia potrebbe condurre alcuni giudici del lavoro italiani a dichiarare nulle o comunque disapplicare eventuali disposizioni di alcuni Ccnl contrarie in materia, perché in contrasto con le norme comunitarie, applicando in sostituzione i criteri individuati dalla Corte.

Tutto ciò andrà ad influire negativamente per le aziende, soprattutto se di grandi dimensioni, ma a beneficio dei lavoratori.