Il potere rosa dell’Afghanistan
Anche se non è più di un regime talebano, la Repubblica Islamica dell’Afghanistan non è certo la patria della parità di genere. Per questo il successo di Tabiba Khawary ha suscitato un vivo interesse.
Tabiba Khawary è la prima donna ad essere eletta presidente di un consiglio provinciale in Afghanistan. Non solo è una donna, ma Tabiba è anche giovane (ha solo 31 anni) ed è un’ex attivista sociale. Con questi presupposti sarebbe stata dura farsi prendere sul serio anche in Italia, figurarsi in un paese tanto misogino. Eppure nella provincia di Bamyan, in quei luoghi magici in cui, incastonati in un paese musulmano, sorgevano due enormi statue di Buddah scolpite nella roccia, lì Tabiba è riuscita a farsi eleggere Presidente provinciale con cinque voti su nove dei membri del Consiglio, sette dei quali erano uomini. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla politica, Tabiba è stata per quattro anni insegnante e ciò che le sta a cuore è il cambio di mentalità della sua gente. Le sue prime parole a ridosso dell’elezione sono state: «È ora di credere nelle capacità delle donne afgane».
In questi giorni è sotto i riflettori anche un’altra donna afgana, anche lei insegnate e politica. È la deputata Shrukria Barakzai, una donna coraggiosa e forte, che non ha mai lasciato Kabul, nemmeno durante la dittatura talebana, durante la quale è rimasta per insegnare in una scuola clandestina per ragazze. Decise di entrare in politica dopo un evento traumatico: poiché si trovava in strada senza il marito la polizia la fermò e la punì a suon di frustate. Il suo percorso l’ha portata a diventare deputata del suo paese, dopo l’intervento a guida americana nel 2001, e proprio mentre si recava a lavoro in Parlamento, questo 16 novembre, un kamikaze su un’automobile si è lanciato contro la vettura con a bordo Shrukria facendosi esplodere. È uscita dall’auto tremante ma viva la paladina dei diritti delle donne, sopravvissuta a un attentato che ha mietuto tre vittime e ha lasciato una ventina di feriti. I talebani hanno negato ogni responsabilità ma i motivi per voler farla fuori non mancavano.
Malgrado le notizie che infondono speranza, come l’elezione di una donna a presidente di un consiglio provinciale, purtroppo come contraltare continuano ad arrivare ondate di violenza volte a fiaccare la volontà di cambiamento. Una donna come Shrukria, che ha accusato i suoi stessi colleghi in Parlamento e ha ingaggiato battaglie contro la poligamia, di cui lei stessa è stata suo malgrado vittima, sarà scomoda a molti. L’azione di intervento migliore che le forze occidentali possono fare è stare accanto a donne come queste.