Save the Children per l’Italia: intervista a Marco Guadagnino

Dal 9 al 19 ottobre sarà presente a Piazza del Popolo un fabbricato in legno e materiale riciclabile per ricordare che, ancora oggi, malaria, diarrea e polmonite, se unite alla malnutrizione, sono cause primarie di mortalità sotto i 5 anni. L’idea è quella di accogliere il numero più ampio possibile di visitatori e dargli la possibilità di comprendere cosa significhi realmente essere operatori umanitari per Save the Children, attraverso un percorso costituito da installazioni interattive ed esperienze sensoriali. L’accesso è possibile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 a parte i giorni feriali in cui l’apertura slitta alle 10:00, in gruppi di 10 persone circa, così da avere la possibilità di ottenere un’adeguata risposta a qualsiasi perplessità.

Abbiamo incontrato sul posto Marco Guadagnino, responsabile della comunicazione dei porgrammi internazionali di Save the Children Italia, il quale ci ha accolto nel villaggio e spiegato di cosa si tratta.

LineaDiretta24: Parlaci di questo progetto che si sta attualmente svolgendo a Roma e spiegaci come si evolverà.
Marco Guadagnino: «Questa è una campagna di Save the Children che è iniziata nel 2009 e si chiama EveryOne, una campagna che ha l’obiettivo di sconfiggere la mortalità infantile neonatale e materna.
È una campagna che si sviluppa attraverso tutta una serie di attività, in particolare in questi giorni e fino alla metà di novembre circa saremo con il Villaggio EveryOne nelle piazze di Roma, Bari e Milano. L’idea del Villaggio EveryOne ed è quello di uno spazio bellissimo che spero mote persone vengano a vedere ed è quella di provare a raccontare un problema: oltre 6 milioni di bambini che muoiono per cause assolutamente prevenibili e curabili, ma soprattutto quali sono le situazioni che noi abbiamo nei nostri progetti per, in qualche modo, evitare che questi bambini muoiano per queste cause».

LD24: Cosa intendete per “percorsi di sensibilizzazione”?
MG: «Con percorsi di sensibilizzazione intendiamo dei momenti, degli approfondimenti, delle campagna come questa che puntano a raccontare in maniera semplice nel caso del villaggio anche ludica argomenti molto complessi, molto magari difficili da raccontare attraverso delle modalità più semplici ed adatte anche ad un pubblico molto vasto».

LD24: Qual è il fine specifico di questa campagna? Cioè, come si realizza in maniera concreta e perché dovrebbe funzionare?
MG: «Questa campagna è una campagna che in qualche modo vuole sensibilizzare ma vuole anche puntare a raccogliere dei fondi che servono a sostenere i nostri progetti. Noi abbiamo una serie di progetti di salute e mortalità infantile in alcuni Paesi dell’Africa: in Etiopia, in Mozambico, in Malawi in Uganda, in Egitto, ma anche in paesi dell’Asia: Nepal, India, Pakistan, per esempio. Attraverso i fondi della campagna EveryOne noi questi progetti, grazie alla campagna EveryOne, noi sosteniamo questi progetti contro la mortalità infantile che stanno avendo effetti straordinari».

LD24: Una curiosità: perché “Il Villaggio EVeyOne è stato, appunto, denominato EveryOne?
MG: «Perché “everyone” dall’inglese vuol dire “ognuno, tutti” quindi tutti possono fare qualcosa e tutti possono prendersi cura di qualcuno».

LD24: Com’è iniziata la sua esperienza a Save the CHildren e che ruolo ricopri oggi?
MG: «Io lavoro per Save the Children da 3 anni e mezzo. Ho sempre lavorato all’estero, mi sono sempre occupato di cooperazione internazionale, ho un dottorato in storia dell’Africa, ho lavorato tanti anni in Africa poi, a un certo punto, mentre ero in Egitto, durante la mia ultima esperienza, prima di tornare in Italia, nel 2011, c’è stata la rivoluzione e il programma del ministero per il quale lavoravo è stato momentaneamente interrotto e io sono tornato in Italia. Qui c’era una vacancy aperta a Save the Children, ho applicato e, alla fine, sono rimasto in Italia e non sono più tornato in Egitto, ma sono molto felice di questa scelta».

LD24: Un ultimo appello per convincere i più restii a fare un salto a piazza del Popolo tra il 9 e il 19 ottobre.
MG: «Io credo sia un’esperienza bellissima, un’esperienza che racconta quanto è importante mettersi al servizio di bambini e madri che, in qualche modo, sono in difficoltà. Con pochissimo, lo vedrete venendo al villaggio, si può davvero dare una mano a queste persone che, in alcuni casi, stanno morendo».

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