Strage di famiglia a Milano
È accaduto nella giornata di ieri a Milano, una feroce tragedia, in largo Caccia Dominioni. Rowell Alvarez, un filippino di 43 anni ha ucciso il figlio sedicenne a coltellate ferendo anche la moglie e la figlia di 20 prima di togliersi la vita. Sul posto per le indagini e i rilievi scientifici è subito intervenuta la polizia di Stato. L’allarme è stato dato dalla moglie, ferita dal marito con alcuni fendenti di coltello alla schiena. Il filippino aveva già dei precedenti.
La moglie di Alvarez, una donna di 48 anni è stata trasportata in codice giallo al Fatebenefratelli di Milano e non sarebbe in pericolo di vita. Le condizioni della figlia sono, invece, gravi poiché è stata ferita da una coltellata all’addome ed è stata trasportata in codice rosso alla clinica Humanitas di Rozzano (Milano). La scena che si presenta davanti agli occhi delle forze di polizia è agghiacciante, il tutto avvenuto all’alba di domenica mattina, in una palazzina popolare di largo Camillo Caccia Dominioni, zona Ripamonti. Il cadavere è sdraiato sul letto. Il coltello, stretto tra le mani, è ancora conficcato in gola. A terra giace il corpo del figlio Billy di appena 16 anni, con i segni dei fendenti inflittogli dal padre. Il sangue tutt’intorno. È stato Rowell Alvarez ha commettere il terribile omicidio, per poi porre fine al suo gesto atroce togliendosi la vita, conficcandosi il coltello con cui si era avventato sulla famiglia, nella gola.
Ma la mattanza che il filippino, con precedenti per omicidio, aveva pianificato si è compiuta solo per metà, perché la figlia Jeane di 20 anni e la moglie Jesusa Coronel di 49, anche se ferite gravemente, sono riuscite a sfuggirgli e a rimanere vive. Proprio contro la madre dei suoi figli, Alvarez ha messo in scena il primo atto del suo delirio, a cui la polizia non può ancora dare una spiegazione. La dinamica stessa in cui si sono svolti i fatti è a dir poco simile ad un vero e proprio thriller. Sono da poco passate le 5 e 45 Jesusa dorme. Non si accorge che il marito non è più accanto a lei, si è svegliato e stringe un coltello da cucina. Su di lei iniziano a piovere i colpi. Si sveglia e urla chiedendo aiuto ai figli, che entrano nella camera di mamma e papà. Tentano di fermarlo, mentre la donna riesce a scappare. Allora Alvarez punta sulla figlia. La colpisce. Ma la ragazza è troppo svelta e ce la fa a rifugiarsi a casa di una vicina. La stessa sorte non tocca a Billy, sopraffatto dal padre che lo colpisce alla gola e al torace, prima di sdraiarsi sul letto, puntare contro si sé la stessa lama e togliersi la vita. Una manciata di minuti, nei quali Jesusa è riuscita a scendere in strada e a raccontare alla polizia il suo incubo. La prima volante della polizia arriva intorno alle 6 del mattino. Il movente rimane tutt’ora oscuro, forse un raptus di follia. Quando i soccorritori sono arrivati nell’appartamento si sono trovati di fronte a una scena raccapricciante, con il capofamiglia già deceduto, sul letto, che ancora stringeva un coltello conficcato nella sua stessa gola. Ai suoi piedi, riverso a terra, il figlio, anch’egli privo di vita, con la gola tagliata.
Rowell Alvarez già aveva precedenti, nel 2005 aveva ucciso un marocchino in viale Stelvio durante una lite scoppiata per futili motivi. Il 30 gennaio 2014 era stato scarcerato e affidato ai servizi sociali. Aveva, inoltre, precedenti per resistenza e lesioni personali.