Maturità: dal 2015 tornano le commissioni interne
Le regole ballerine del sistema scolastico fanno un passo indietro: secondo quanto previsto dal ddl di stabilità, a partire dal prossimo anno le commissioni d’esame saranno composte da soli membri interni e da un presidente esterno. Insomma un ritorno alla riforma Moratti del 2003. Oggi le commissioni sono formate da sei commissari, tre interni e tre esterni, e da un presidente proveniente da un altro istituto.
Un cambio di rotta grazie al quale il Ministero dell’Istruzione dovrebbe arrivare a un risparmio di 147 milioni di euro. Al momento l’esame di Stato costa infatti circa 180 milioni, di cui 140 per pagare i commissari esterni – quota che verrebbe pertanto azzerata con la nuova normativa – e i restanti 40 per rimunerare i presidenti prelevati all’esterno. La legge di stabilità prevede poi un fondo di un miliardo destinato all’assunzione degli oltre di 148 mila precari, ed un concorso di 40.000 posti per i docenti che fanno parte della terza fascia delle graduatorie d’istituto. Niente da fare invece per i docenti intrappolati nella cosiddetta Quota 96: non potranno accedere alla pensione ma avranno diritto a un monte ore più leggero e flessibile. Sembra inoltre che il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) preveda dei cambiamenti anche nella struttura delle singole prove, scritte e orale. Nei tecnici e professionali ad esempio, così come nei licei artistici o musicali, la seconda prova scritta potrà essere grafica o compositiva e dovrà tenere conto anche della dimestichezza acquisita con le attività di laboratorio. Ma non sono esclusi interventi sulla prima prova. «La trovo inutilmente complessa» ha commentato il ministro Stefania Giannini, «con una moltitudine di tracce che pochissimi svolgono». Ed ha espresso la sua preferenza per la forma del saggio breve, «un riassunto su più fonti che dà strumenti per valutare lo studente». La Giannini annuncia novità anche per quanto riguarda le formule di accesso alle università: «ci ispireremo al modello francese con ingresso libero e selezione successiva».
Aria di cambiamento quindi, e si prevede che non tutti gli inseganti accoglieranno con favore il ripristino della commissione interna. Da una parte infatti, come si domanda la Giannini, «chi può dare una corretta valutazione dello studente se non gli insegnanti stessi che lo hanno seguito lungo i 5 anni?». Dall’altra però è sempre vero che l’assenza di commissari esterni può spingere il corpo docente al lassismo durante l’anno scolastico e pregiudicare l’imparzialità della valutazione in sede d’esame. Intanto chi vuole intervenire sul progetto di riforma può farlo consultando il portale LaBuonaScuola.