Corti and Cigarettes: festival del corto

Porte aperte all’Auditorium della Conciliazione per quasi quarantotto ore di “Corti and Cigarettes” il 4 e il 5 ottobre. Si tratta del Festival Internazionale del Cortometraggio, arrivato alla settima edizione con un bagaglio, ormai, di oltre duemila cortometraggi da tutto il mondo, di partecipazioni di artisti emergenti e nuove realtà ma anche di autori affermati nel genere e, per di più, di una Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica. L’ingresso è libero, si viene dotati di tutto il materiale necessario per esprimere il proprio voto e, soprattutto, i protagonisti in tutto e per tutto sono le proiezioni: senza troppe chiacchiere, si entra e si vede, 3 ore o 5, quasi di seguito. Insieme, ovviamente, alla qualità dei prodotti proposti, è anche questo che il festival offre al pubblico, ben in linea con l’obiettivo di promozione di questa realtà cinematografica non troppo diffusa in Italia. Anche se nelle poltroncine non manca il pubblico di addetti ai lavori, tra produttori, registi e attori per i quali Corti and Cigarettes si propone di essere l’apertura a nuove collaborazioni.

Diverse le categorie e i premi assegnati. La sezione per eccellenza del concorso è quella dei corti internazionali, con 20 titoli in gara. La giuria artistica ha premiato come “miglior corto” Electric Indigo, cortometraggio di Jean-Julien Collette selezionato per le finali di 200 concorsi in tutto il mondo, che tra scene di malintesi e momenti seri fa riflettere senza pregiudizi sul tema della famiglia, di un nuovo tipo di famiglia; il premio”miglior soggetto” è andato al corto inglese Bold di Davide Gentile e ai suoi tredici uomini che al motto di “be bold be bald” protestano contro l’estetica della vita di oggi; Matteo Pianezzi in Piume di Adriano Giotti è stato premiato come “miglior interprete” per il suo ruolo di padre, uccisore di pennuti in fabbrica e razzista in crisi. Piume si è aggiudicato anche il Premio del pubblico Liquid Factory, mentre il Premio della Critica, assegnato dalla giuria dei giornalisti, è andato in pari merito a Recuiem, prima prova di regia dell’attrice Valentina Carnelutti, tenera e intensa giornata di due fratellini che nella loro ingenuità e nel loro amore per la mamma sospendono la morte, e Os meninos do Rio di Javier Macipe, intreccio di realtà umane in una città portoghese dove l’adolescenza si scopre tra un tuffo dal ponte e attrazioni non ricambiate. Infine, un premio speciale offerto da Rai Cinema per il “corto più web” è andato a Margie di Domenico Modafferi, racconto di un incontro tra una ragazza stanca della vita e un anziano cieco su un cornicione di un terrazzo.

Oltre ai cortometraggi internazionali in concorso, sono stati protagonisti i corti sperimentali (il premio “miglior corto sperimentale” è andato a Another Land di Giulio Latini, viaggio di una bambina nel non tempo e verso un’altra terra, in memoria di John Ford, mentre quello “orizzonti della tecnica” è stato vinto da Touchless di Francesca Fini, sui (non)rapporti umani e sul tatto nell’era dei social network e del touchscreen), le web series (la migliore del 2014 per la giuria è Under the Series di Ivan Silvestrini), i video musicali indipendenti nella rassegna “Music Short” (premio della giuria a Voglio un monitor, canzone di Tommaso di Giulio e regia di Matteo Tiberia, e premio del pubblico a Ricco e famoso, canzone di Mostro e regia di Emanuele Pisano) e infine la presenza della danza nel cinema, presentata nella rassegna “Dance your Movie” (la migliore coreografia, rappresentata dal vivo e ispirata a un film, è stata quella di Valeria Andreozzi e Hajime Kusayanagi su Memory, dal film Departure). Non sono mancati gli incontri, i premi a diverse icone dello spettacolo, l’impegno sociale della rassegna Naturalmente Insieme e gli eventi speciali, tra cui la presentazione del docufilm Le faremo sapere di Francesco De Simone e Nicola Liguori, da poco proiettato in anteprima mondiale a Venezia, un racconto sui retroscena del mondo dello spettacolo grazie agli occhi dei sei ballerini protagonisti.

Un festival di piccolo grande cinema e non solo, in cui si ha modo di vedere il mondo così come è presentato da realtà emergenti e sperimentali, toccando vari temi e declinandoli in vari generi. È molto presente l’immaginazione dei bambini e dei ragazzi (anche in Isacco di Federico Tocchella è la mente di un bambino che ricostruisce la storia biblica con straordinaria intensità) e in molti casi si ride (aggiungiamo il tono grottesco di Un uccello molto serio di Lorenza Indovina, l’indecisione molto francese di Mathieu di Massimiliano Camaiti o l’ironia sul mondo del lavoro di Pre carità di Flavio Costa); sicuramente, anche se in pochi minuti, si riflette molto.

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