A novembre l’Aula esaminerà la legge sul gioco d’azzardo

Novembre 2014 sembra il termine definitivo per la messa in esame, da parte della Camera, del ddl dedicato al gioco d’azzardo patologico. Tema sul quale la Commissione Affari Sociali, che ha appena licenziato il testo, appunto, definitivo, “Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”, sta lavorando dal 20 settembre 2013.

Un traguardo vicino ma tutt’altro che privo di ostacoli e tentennamenti. Il testo, approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera, è infatti in attesa del parere della Commissione Bilancio, la quale però, a sua volta, ha richiesto una relazione tecnica da parte del Governo. In particolare sono state rese note delle specifiche predisposte dal Ministero della Salute, dall‘Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ovvero quella che monitora il funzionamento delle slot machine e preleva il denaro che andrà nelle tasche dello Stato, e dalla Ragioneria generale dello Stato: organo del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa del bilancio e della previsione del rendiconto generale dello Stato. Le note dei suddetti organi riguardanti il testo approvato dalla Commissione della Camera, sono tra loro discordanti e più o meno contrarie a questo.

“Ogni disposizione tendente a ridurre il numero degli apparecchi (come quelli tendenti a introdurre disposizioni più restrittive in ordine alla distanza da luoghi sensibili), comportando una riduzione del gioco legale (che sovente si accompagna a un corrispondente aumento del gioco illegale), provoca una riduzione del relativo gettito (il gettito 2013, derivante dagli apparecchi da divertimento e intrattenimento, è stato di circa 4,3 miliardi di euro)”. Queste le più significative parole emerse dalla nota dell’Agenzia dei Monopoli, che considera rischiosa la decisione di aumentare la tassazione delle slot e delle Videolottery. Tutto questo, secondo i Monopoli dello Stato, porterebbe a un aumento del gioco illegale, secondo il binomio proibizionismo illegalità, e una diminuzione dell’offerta di gioco con fuoriuscita dal mercato dei vari operatori del settore a causa dell’aumento della tassazione e dunque, in poche parole, una conseguente perdita per l’erario. Inoltre, sempre secondo la suddetta Agenzia, questa diminuzione di entrate erariali, derivate dalla contrazione dell’offerta, non riuscirebbe ad ammortizzare i costi sociali resi necessari dalla patologia del gioco, considerato il fatto che questi provvedimenti non eradicherebbero la capillarità, già molto fitta, del fenomeno dal punto di vista illegale. Da parte sua la Ragioneria generale dello Stato non sembra molto convinta della chiarezza del testo, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto di copertura finanziaria prevista per il provvedimento legislativo sul gioco. Se il Ministero della Salute assicura che i Lea, livelli essenziali di assistenza, erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale, sono già perfettamente attivi in seguito al Patto della Salute approvato lo scorso luglio, che i sistemi di prevenzione sulle dipendenze operano secondo neutralità finanziaria, ovvero senza ricevere ulteriori rimborsi spese o premi, bensì solo per lo Stato e che tutte le spese necessarie all’attuazione della legge sono assolutamente congrue alle finalità, l’organo del Ministero delle Finanze considera approssimative queste note. “La copertura degli oneri relativi all’incremento dei Lea si può solo desumere in via approssimativa e l’autorizzazione di spesa è comunque limitata al solo 2015, lasciando scoperti gli anni successivi”. Questi i difetti strutturali emersi dal testo che a novembre verrà preso in esame e che vaticinerebbero ulteriori ritardi alla messa in atto di una legge che si attende da troppo tempo.

ragioneria-stato

Twitter @IlariaPetta

Fonti: GiocoNews

 

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