Italia: più emigranti che immigrati
Paese che vai, italiano che trovi. Nel 2013 gli italiani in fuga all’estero sono oltre 94mila.
La Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, ha presentato il giorno 7 ottobre, a Roma, il Rapporto Italiani nel Mondo 2014 (ed. Tau). Giunto alla sua nona edizione, il Rapporto non é solo un mero elenco di numeri e cifre ma, uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze, sull’emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi, uno strumento fondamentale «non solo per la politica ma anche per le realtà ecclesiali» ha affermato il direttore generale della fondazione Migrantes, Monsignor Gian Carlo Perego. Nel mondo sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’ A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) al 1° gennaio del 2014; in particolare le partenze dall’Italia hanno raggiunto, nel 2013, il numero di 94 mila persone, cifra superiore ai flussi dei lavoratori stranieri immigrati in Italia che, ogni anno, sono circa la metà di questa cifra (43 mila nel 2010). Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti all’estero 94.126 italiani – nel 2012 sono stati 78.941 – con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%. A partire sono soprattutto gli uomini (nel 2013 il 56,3%), non sposati (60%), giovani (36,2% tra i 18 e i 34 anni) e adulti (26,8% tra i 35 e i 49 anni) a riprova di come la recessione economica e la disoccupazione siano le cause principali delle partenze. I minori sono il 18,8% e di questi il 12,1% ha meno di 10 anni. Nel 2013 gli italiani sono partiti principalmente verso il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio del 2014; le altre mete più ambite sono la Germania e la Svizzera e la Francia. Questi dati e il confronto con gli spostamenti degli italiani nell’ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche sui trend che segue e sulle novità che emergono: «Un andamento da osservare -ha affermato il direttore Istat per le statistiche socio-demografiche e ambientali, Saverio Gazzelloni– é che non é solo il Mezzogiorno a emigrare verso l’ estero. Partono in tanti anche dal Nord. Le motivazioni che spingono a partire sono legate al lavoro. La quota di laureati è sempre maggiore». Dall’Italia quindi, non parte più il contadino con la valigia di cartone «Oggi –dichiara il responsabile Italiani nel mondo del Pd Eugenio Marino– ad emigrare sono braccia e menti. Partono giovani laureati, ricercatori, studiosi. Chi ha un buon bagaglio culturale alle spalle. Così come partono coloro che vanno alla ricerca di un lavoro migliore. Segno che la crisi economica non risparmia nessuno: non interessa solo alcune zone. Tuttavia –continua Marino- si emigra anche perché c’è voglia di trovare condizioni migliori, di confrontarsi con altre realtà, per arricchirsi e fare nuove esperienze».
@DeCanistra