Hacker: come, perchè e chi attaccano

Quando si sente parlare di un attacco hacker, molto spesso capita di pensare, di domandarsi “perché?”, quali potrebbero essere le motivazioni che spingono questi cyber criminali a compiere un attacco. Il primo pensiero è il guadagno economico, stupiscono però i dati raccolti durante l’ultimo Black Hat Usa 2014, che sembra smentire in parte questa credenza.

 

Il Black Hat è un evento molto importane per la sicurezza informatica e i suoi addetti ai lavori: si svolge a Las Vegas ed è arrivato alla sua diciassettesima edizione. Si tratta di sei giorni di conferenze, networking e formazione dove gli hacker, quelli buoni, si sono incontrati e confrontati. Bisogna specificare, infatti, che i partecipanti all’evento sono tutti white hat, gli hacker che non vogliono far del male agli altri con i loro attacchi ma al contrario cercano le vulnerabilità nei diversi programmi. Durante tutta questa serie di conferenze l’azienda di sicurezza informatica Thycotic ha deciso di lanciare un sondaggio tra i partecipanti, riuscendo a decretare le motivazioni che spingono gli hacker a “sferrare” un attacco e a chi. Uno dei dati interessanti raccolti è che gli stessi pirati informatici si sentono minacciati, precisamente l’88% ritiene che i sui stessi dati possono essere vittime di truffe e vulnerabili. Insomma neanche se si è un mago dell’informatica si può fare sonni tranquilli. Tra le motivazioni che spingono un hacker, al primo posto, a sorpresa, c’è il divertimento o l’adrenalina, precisamente il 51%. Solo il 19% lo fa per un guadagno economico, un misero 1% per la notorietà mentre il 28% per una giusta causa. Queste percentuali dimostrano che gli hacker sono pienamente consapevoli di quello che fanno, tanto che l’86% non ha paura di essere scoperto per le sue azioni.
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La Thycotic ha chiesto ai suoi intervistati quali sono i soggetti più vulnerabili a degli attacchi, il 40% ritiene che lavoratori esterni all’azienda siano i bersagli perfetti, in quanto non devono sottostare alla politica di sicurezza aziendale. Il 30% degli hacker, invece, preferisce puntare agli amministratori IT, anche se dovrebbero essere i più attenti a questo tipo di intrusione. Tra le figure che maggiormente potrebbero subire un attacco informatico c’è il personale dell’ufficio, perché sono i soggetti più facili da hackerare per entrare nel sistema di sicurezza. Non vengono proprio presi in considerazione i PR e le Risorse Umane. Per quanto riguarda i tipi di attacco il 99% degli intervistati ritiene che la tecnica del “phishing“, riuscire a farsi fornire informazioni personali direttamente dalle vittime, sia ancora la più efficace, mentre il 47% ritiene che gli utenti stanno imparando ad evitare questo tipo di truffe.
Una serie di informazioni date dagli “hacker buoni“, ma che possono essere utili per non cadere in qualche trappola dei cyber criminali.

 

Fonti: Kaspersky Lab, Thycotic.com

@donati_flavia

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