Dopo due anni il cinema America viene sgomberato dall’occupazione
Dopo il caso del Teatro Valle, la Capitale perde un’altro luogo di cultura: il cinema America. La storica sala di Trastevere, occupata da due anni, è stata sgomberata ieri e sarà restituita ai proprietari riuniti nella Progetto Uno che vorrebbero farci dei miniappartamenti (una ventina di monolocali), dei parcheggi interrati e un piano terra destinato a una libreria o un atelier.
Con il blitz della polizia finisce così un’esperienza che aveva fatto rivivere quella sala chiusa da quindici anni. Costruito negli anni cinquanta, progettato dall’architetto torinese Angelo Di Castro, il cinema trasteverino era stato di fatto lasciato nel degrado, ma in questi ultimi due anni era diventato un punto di ritrovo per i giovani e la gente del quartiere, programmando concerti, eventi teatrali e dibattiti e tantissimi artisti si erano messi in moto per salvare la struttura: da Paolo Sorrentino a Nanni Moretti, da Carlo Verdone a Elio Germano, Valerio Mastandrea e Paolo Virzì.
{ads1}
Artisti ora pronti a difendere le ragioni degli occupanti. “In quel luogo i ragazzi che hanno portato avanti l’occupazione hanno svolto un’attività eroica”- dice il regista premio Oscar per “La grande bellezza” Paolo Sorrentino che più volte è stato all’America occupato e poi aggiunge: “Questo sgombero è un’ azione completamente anacronistica. La paura è che l’America faccia la fine del Metropolitan o del cinema in San Lorenzo in Lucina: anche lì doveva essere mantenuta la destinazione a sala cinematografica. E invece hanno fatto finta di rispettare un vincolo, ma in realtà lo si è aggirato. E ora al posto del cinema ci sono noti marchi di moda”. Vincolo di destinazione che il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini sostiene che sarà rispettato per cui l’edificio non potrà essere trasformato in una palazzina residenziale o abbattuto, come prevedeva il progetto presentato dai proprietari.
Nella polemica è intervenuto anche l’attore Elio Germano, appena rientrato a Roma dal Festival di Venezia dove è in concorso con il film di Mario Martone su Giacomo Leopardi: “Il cinema America non era semplicemente una sala, qui si è cercata la partecipazione. Questi spazi dovrebbero essere salvaguardati dalle istituzioni“. Davanti alla sala si sono radunati decine di residenti e ha preso piede la proposta degli occupanti di un azionariato popolare per rilevare la sala.