Pet Detective, gli acchiappanimali italiani

Gli animali, che si tratti di un cane o un gatto o un coniglio, sono ormai una parte importante di una famiglia, per lo meno di alcune. Infatti l’abbandono di animali è ancora di moda e non accenna a passare. Ma cosa fare quando è invece il nostro caro amico ad allontanarsi e perdersi? Si chiamano degli specialisti del settore, i Pet Detective.

Molti al nome Pet Detective probabilmente si saranno immaginati lo scapestrato Jim Carrey, nel famoso film “Ace Ventura – l’acchiappa animali“, che con metodi discutibili e anche poco leciti riusciva a riportare ai legittimi padroni i proprio animali che fossero un cane o un coccodrillo. Non è naturalmente questo il caso, infatti i primi pet detective italiani sono due ragazzi altamente specializzati e che si sono formati negli Stati Uniti. Si chiamano Andrea Granelli e Luca Spinelli, da sempre appassionati dell’educazione cinofila hanno deciso di specializzarsi nel settore della ricerca degli animali scomparsi, seguendo il corso di Kat Albrech, fondatrice della Missing Pet Partnership. Una volta tornati in Italia, nel 2010 i due amici, con il nome di Acchiappanimali, introducono questa nuova figura professionale, quella del pet detective, appunto. Le tecniche usate per ritrovare gli animali sono quelle del FBI, infatti dal loro sito o attraverso una telefonata, il proprietario insieme con i detective potrà creare un vero e proprio profilo dell’animale che sarà una parte fondamentale per le ricerche e per creare una strategia ad hoc. I volantini con la foto dell’animale scomparso sono utili, ma se posizionati nei luoghi giusti e soprattutto delle dimensioni giuste. Secondo i pet detective, più è grande il poster e soprattutto che si trovi una posizione strategica, più sono le persone che lo vedranno. Per quanto riguarda le segnalazioni, bisogna sempre confermare gli avvistamenti, altrimenti si rischia di sviare le ricerche. Nell’ambito proprio delle ricerche la vera novità sta nell’utilizzare un cane che grazie al suo fiuto può individuare la scia lasciata dall’animale scomparso, dove si è fermato, se c’è stato un incidente, se è stato soccorso. La parte più difficile e delicata è quella del recupero. Infatti dopo 48 ore dalla scomparsa il 70% degli animali non reagisce al richiamo del padrone, quindi i pet detective dovranno trovare la strategia più adatta per avvicinare l’animale, o monitorandolo con delle telecamere oppure usando dei “cani calamita” se l’animale in questione è socievole.
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Nei primi tre anni della loro attività i Pet Detective hanno assistito più di 600 casi di smarrimento con una percentuale di riuscita dell’82% entro le prime 48 ore dalla scomparsa. Visto il successo di questa figura e soprattutto il fatto che molti animali si smarriscono in Italia, dal luglio 2013 è attiva una vera e propria rete di professionisti del settore altamente selezionati e formati. Sono nate figure come il Pet Detective – P.R.O ( profile and recovery operator) un professionista che saprà gestire le operazioni di smarrimento degli animali, ma non potrà usare i cani da ricerca; operazione consentita al Pet Detective – S.A.R ( search and rescue) che ha ottenuto l’abilitazione insieme al proprio cane per la ricerca di animali smarriti. In più vengono anche organizzati dei seminari per capire i comportamenti di cani e gatti durante lo smarrimento.

 

Fonte: www.petdetective.it

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